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CASSE, CONCORDATO E TOTALIZZAZIONE

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Le Casse bocciano la possibilità di pagare i contributi sul reddito pattuito con il Fisco attraverso il concordato, anziché su quello effettivamente conseguito. Secondo l'ADEPP il professionista sarebbe dunque libero di scegliere la strada delle agevolazioni tributarie ma dovrebbe versare per intero i contributi alla propria Cassa. Alcune Casse hanno già preso questa posizione in attesa che il ministero dell'Economia confermi questa possibilità di decisione nel rispetto della loro autonomia. La posizione del ministero, che sembra insistere sulla possibilità per il contribuente di pagare i contributi previdenziali sul reddito concordato, è fortemente criticata dall'ADEPP in quanto crea un evidente squilibrio sulle entrate contributive senza prevedere per le Casse alcuna forma compensativa. Se non arriverà una posizione favorevole da parte del ministero le Casse sperano in una pronuncia della Corte Costituzionale. L'ADEPP riunita giovedì scorso, a Roma, ha anche rilanciato al Ministro Maroni e al Sottosegretario Brambilla l’urgenza di correggere le modalità di calcolo delle prestazioni derivanti dal cumulo dei contributi sparsi, ai fini del diritto alla pensione. Ovvero slegandolo dal sistema retributivo. La legge delega di riforma del sistema previdenziale ha ampliato e semplificato la possibilità di sommare frazioni di contribuzione, almeno quinquennale maturate dai professionisti all’interno di più gestioni. Per i decreti di attuazione ci sono 12 mesi di tempo. Nel frattempo L’Adepp è disposta a rinunciare ad un ricorso al Tar del Lazio contro il decreto sul calcolo della totalizzazione ( la cui sentenza è di imminente emanazione) se il ministero darà corpo ad un provvedimento che faccia perno sul contributivo. Rassicurante il sottosegretario Brambilla: “ manterremo fede agli accordi raggiunti con le casse di previdenza private, le prestazioni derivanti dalla somma dei segmenti contributivi saranno calcolate con il metodo contributivo corretto, che tiene conto anche dell’anzianità di iscrizione”. ( fonte: Il Sole 24 Ore)