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23.600 VETERINARI ENTRANO NELLA UE

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Sono circa 23.600 i medici veterinari che con il 1 maggio entreranno a far parte dell'Unione Europea condividendo diritti e doveri dei Colleghi comunitari. Queste le cifre dei 10 Paesi entranti: nell'area baltica (Estonia, Lettonia e Lituania) operano circa 4.000 medici veterinari; in Polonia ben 10.086; nella Repubblica Ceca 3.800, in Slovacchia 311; in Slovenia, 1.239; in Ungheria 4417. Da Cipro e Malta l'apporto più basso, nell'ordine di poche decine. Complessivamente 10 le facoltà di medicina veterinaria. Salvo Cipro, Malta e la Lettonia, ce n'è una in tutti i Paesi. La Polonia ne ha ben 4. Fra i settori di maggior sviluppo, da qui al 2020, NOMISMA indica ai primi posti quelli del benessere animale, della medicina alternativa, della medicina per animali esotici, l'epidemiologia, ma soprattutto la sicurezza alimentare. Il recente ingresso di 10 paesi nella UE costringe ad un paio di interrogativi: come si armonizzeranno con noi le burocrazie sanitarie di questi nuovi partner? Potremo sfruttare al meglio i requisiti sanitari per il mercato allargato a 25 Paesi? Sicurezza e tracciabilità, temi caldi della sanità agroalimentare, dovranno essere un must dell’armonizzazione. Coldiretti lancia l’allarme-bassa igiene negli alimenti: il 10% degli stabilimenti dell’industria alimentare dei nuovi paesi entranti non è ancora in regola con le norme igieniche comunitarie e necessita di tempi lunghi di adeguamento. Coldiretti si basa su una comunicazione della Commissione Europea, secondo la quale sono 1.006 su 12mila gli impianti alimentari a cui è stata concessa una proroga per raggiungere gli standard di sicurezza alimentare previsti dall’Unione.