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MNC, LUCCHESE: LA LEGGE SI FARA’

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Il 21 aprile il testo unificato sulle medicine non convenzionali si confronterà con i numerosi emendamenti presentati da parlamentari di vari schieramenti. Il relatore della proposta di legge, On. Paolo Lucchese (UDC), si mostra fiducioso, malgrado faccia notare che il testo è rimasto al vaglio del Comitato ristretto per ben 9 mesi senza subire osservazioni, mentre proprio ora che si avvicina il suo approdo in Aula viene bersagliato di proposte emendative. “Sono possibilista- ha comunque dichiarato questa mattina ad @nmvi Oggi l’On Lucchese- si tratta di consueta prassi parlamentare. Ho già visionato quasi tutti gli emendamenti, non tutti sono accettabili, ma in generale posso dire che è normale che ogni deputato voglia dare il suo contributo”. L’offensiva più grave è forse quella della FNOM che ha recentemente espresso “forte preoccupazione” per l’eventuale via libera della pdl-Lucchese, perchè “ si colloca al di fuori di ogni moderna concezione della pratica medica e che non riconoscendo l’esclusiva competenza del medico, di fatto respinge i contenuti di Terni che assegnava ai medici l’esclusiva competenza delle pratiche convenzionali”. “Ho accettato un pò tutte le osservazioni- ha dichiarato Lucchese- , di fronte agli emendamenti che non vogliono riconoscere l’esercizio degli operatori professionali non medici, quelli con tre anni di laurea breve, potrà essere previsto un canale regionale, ma c’è un problema di legislazione concorrente e comunque l’individuazione di questi profili è competenza dello Stato”. Il testo-Lucchese distingue fra due categorie professionali: i laureati ( fra cui i medici veterinari) e gli operatori sanitari non medici con laurea breve a cui vengono precluse diagnosi, interventi chirurgici e somministrazione di farmaci. Ma il vero nodo da sciogliere in Parlamento sarà quello della formazione. Per Lucchese, non è possibile prescindere dal contributo di scuole e società private: “Siamo in una società liberista e liberale- ha dichiarato il parlamentare – non possiamo trascurare il privato e poi, attualmente, l’Università non è adeguata”.