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MEDICI, CONFRONTO GOVERNO E REGIONI

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Fervono grandi giochi sulle vertenze aperte, e di quelle che potranno essere nei prossimi anni, per la dirigenza medica e non della Sanità pubblica.
Con uno sciopero generale già consumato e un altro proclamato per sabato 24 aprile in coincidenza con una manifestazione a Roma, il contratto dei medici e di tutta la dirigenza sanitaria è più che mai sul filo del rasoio.
A più di due anni dalla sua scadenza. Una partita complicatissima, che il Governo vorrebbe poter risolvere prima della tornata elettorale di giugno. E che le stesse Regioni vorrebbero poter chiudere al più presto, risorse economiche permettendo. Ed è proprio da questa situazione di quasi stallo che ha origine l'incontro di ieri tra il ministro della Salute, Girolamo Sirchia e i rappresentanti dei governatori nel comitato di settore per la Sanità. All'incontro, le Regioni sono arrivate con una proposta concordata che sperano possa costituire il grimaldello per far concludere l'iter attuale all'atto di indirizzo destinato all'Aran. Un intervento che si articola sulle due questioni più scottanti: l'orario di lavoro, che le Regioni continuano a considerare flessibile e finalizzato al perseguimento degli obiettivi aziendali (legati alla retribuzione di risultato), ma soltanto oltre le ore di lavoro istituzionali; l'indennità di esclusiva, che a legislazione vigente «non è in discussione», ma su cui le Regioni si impegnano a coprire di tasca propria il differenziale di costi individuato dall'Aran.
L’ultima parola spetta al Consiglio dei Ministri. Altra partita delicatissima, ma stavolta a più lunga scadenza, è quella della nuova "sede contrattuale" reclamata dalle Regioni, per sostituire l'Aran con la Sisac (l'organismo che tratta le convenzioni) per tutti i contratti di lavoro della dipendenza del Ssn. Ipotesi che i sindacati hanno già detto di non condividere. Il "tavolo", o quanto meno l'apertura del confronto Governo-Regioni, ci sarà. Si comincia il 31 marzo, alla Funzione pubblica.
(da Il Sole-24 Ore)