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ACQUISTO PET, BOOM DEL CONIGLIO NANO

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La Camera di Commercio di Milano ha condotto nei mesi scorsi uno studio sull’acquisto di animali da compagnia in base al quale la presenza di furetti, conigli nani, uccelli e pesci da acquario nelle case dei milanesi è in netto aumento. Partendo da questo studio il quotidiano IL GIORNO, in edicola oggi, pubblica i dati di un’inchiesta che conferma questa tendenza. Il giornale parla di “nuova moda”, alla base della quale ci sarebbe “la psicosi da pitbull, che si sta via via estendendo anche ad altre razze canine e poi anche la crisi economica che fa guardare con attenzione ai costi di mantenimento degli animali che vivono in appartamento. Se un cane di razza mediamente costa 1.000 euro più almeno altrettanti di gestione annua, veterinario compreso, per l’acquisto di un gatto si sborsano in media 350 euro e per un animale esotico circa 160. I prezzi scendono per i conigli che vengono venduti a poco più di 20 euro e se si vuole stringere la cinghia allora si può davvero optare per un criceto, venduto a circa 5 euro. Quello che è certo è che nella metropoli lombarda, ma anche in città come Brescia, si comprano più conigli che animali tradizionali. Da un’indagine compiuta in 30 negozi di animali di Milano e Provincia il 25 per cento dei titolari afferma che l’animale più venduto è il coniglio nano, mentre un altro 25 per cento dice che il “prodotto” più di moda è rappresentato da cavie e criceti. Seguono i gatti con il 14% di preferenze, pesci e uccelli con il 10%, i furetti con l’8% e i cani con il 6%”. Commenta sulle pagine del quotidiano Ferdinando Asnaghi, medico veterinario, invitando a non generalizzare: “ spesso i potenziali padroni sottovalutano le cure a cui devono essere sottoposti i loro piccoli amici. Gli errori nascono dal fatto che, da sempre, in Italia c’è poca informazione sui come bisogna tenere, allevare e comportarsi con gli animali in genere, figuriamoci con questi. Il fatto che dal punto di vista della manutenzione e dello spazio che occupano procurano impegni meno gravosi rispetto ad un cane è un incentivo. Che provoca anche danni. L’unica cosa di cui la gente si preoccupa è sapere se portano malattie, quando magari non si sa nulla sul loro comportamento. E così molti li comprano senza sapere cosa stanno portando a casa e po magari gli fanno fare brutte fini” ( Il Giorno, 1 marzo 2004)