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LINGUA BLU, DALLA SICILIA UN DOCUMENTO

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Lunedì scorso, la veterinaria siciliana si è riunita presso la sede dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia per fare il punto sulla blu tongue e redigere un documento unitario da consegnare al Ministero della Salute. Presenti alla riunione le autorità regionali, dall’assessore alla sanità regionale Bagnato, ad una delegazione dell’assessorato all’agricoltura. Il documento, sottoscritto da IZS della Sicilia, ARA, AA.UU.SS.LL, ordini veterinari provinciali e Sivemp, premette che nelle campagne di vaccinazione contro la lingua blu “sono state applicate correttamente tutte le istruzioni e sono stati impiegati gli strumenti che il Ministero della Salute ha messo a disposizione” e concorda sulla strategia di intervento contro l’infezione, ma chiede “garanzie certe per il patrimonio zootecnico nonché regole e procedure che garantiscano gli operatori sanitari e gli allevatori”. Nel documento si fa anche presente che “la finalità di proteggere l’intero patrimonio zootecnico del paese fino al raggiungimento dell’80% del patrimonio vaccinato entro il 30/4/04 appare inattuabile in quanto l’unico vaccino attualmente disponibile è un vaccino vivo attenuato relativamente al quale l’Istituto produttore sconsiglia l’uso in femmine gravide nella prima metà della gestazione”. Inoltre gli allevatori subordinano il proprio consenso nei confronti del vaccino alla acquisizione di dati e di precise informazioni scientifiche in ordine all’utilizzo contemporaneo di più sierotipi, all’utilizzo di tali sierotipi su specie diverse da quelle indicate nel foglietto illustrativo, nonchè alle condizioni climatiche e allo stato fisiologico degli animali cui deve essere somministrato il prodotto. “La sperimentazione eseguita sul vaccino – si legge nel testo- non ha evidenziato i reali effetti collaterali lamentati dagli moltissimi allevatori comprensivi di patologie non direttamente correlabili alla vaccinazione ma esplose a seguito della stessa”, ma i veterinari e gli operatori chiedono la codificazione di protocolli operativi che oltre ad prevedere una più approfondita informazione ed educazione degli allevatori individuino le condizioni generali e particolari degli animali in presenza delle quali si potrebbero produrre danni vaccinali”. Il documento si conclude con la richiesta di valutazione preventiva dei “danni diretti ed indiretti produttivi e riproduttivi del vaccino” e considerato che “l’ infezione in Sicilia è presente da diversi anni e che esistono laboratori attrezzati per la diagnostica e la ricerca si rende indispensabile estendere gli esami di laboratorio per l’attività di sorveglianza e di diagnostica ai laboratori dell’ I Z S della Sicilia”.