Almeno per ora nessun rischio di 'epidemia globale' dall'influenza dei polli che sta dilagando in Asia. Ne e' convinto il virologo Alessandro Zanetti dell'universita' degli Studi di Milano, secondo il quale ''potremmo temere l'arrivo di una nuova pandemia influenzale solo nel caso in cui il virus H5N1, responsabile della moria di polli in Vietnam e di quella di dicembre in Corea del Sud, dovesse 'adattarsi' all'uomo, riuscendo cosi' a passare da un paziente all'altro''. Se cosi' fosse - spiega infatti l'esperto all'Adnkronos Salute - si creerebbe un nuovo virus a patrimonio genetico misto umano e aviario, in grado di trasmettersi da un paziente all'altro e di causare un'epidemia di proporzioni allarmanti. Finora, invece, ''non esiste alcuna evidenza che per il virus H5N1 possa verificarsi un contagio di tipo 'uomo-uomo'''. Benche' in Vietnam ''il salto di specie animale-uomo sia stato compiuto, tanto che la stessa Organizzazione mondiale della sanita' ha ricondotto al virus dei polli tre delle 12 morti registrate per influenza, non e' stato ancora dimostrato che questo microrganismo possa passare da un uomo all'altro'', sottolinea lo specialista. Le pandemie, ricorda Zanetti, ''hanno un esordio brusco e spesso imprevedibile''. Si manifestano all'incirca ogni 10-20 anni o anche di piu' (sono trascorsi 39 anni dalla 'Spagnola' del 1918 all''Asiatica' del 1957 e 11 anni tra l'Asiatica e la 'Hong Kong' del 1968), e sono dovuti alla comparsa sulla scena mondiale di un nuovo sottotipo di virus A contro cui la popolazione risulta indifesa. Ma ''sebbene le grandi pandemie del passato abbiamo avuto origine proprio da un'epidemia di influenza aviaria come quella che sta allarmando l'Asia in questi giorni - sottolinea il virologo milanese - il salto animale-uomo non e' sufficiente a scatenare una pandemia. Perche' avvenga serve un 'riassortimento genico' tra un virus animale e un virus umano''. Un passo in piu', dunque, che almeno per ora non si e' verificato.
Di solito il 'virus-chimera' dotato di geni umani e aviari nasce nel maiale. ''Questo animale puo' infatti ospitare sia virus dell'uomo che virus dell'uccello - afferma Zanetti - e nel suo organismo possono quindi nascere virus riassortiti a rischio di pandemia''. Statistiche alla mano, e' stato calcolato che una nuova emergenza di questo tipo si debba attendere entro il 2017. Ma per monitorare eventi simili sono stati predisposti a livello mondiale reti di laboratori e sistemi di sorveglianza ad hoc, tranquillizza l'esperto. E con il coordinamento dell'Oms, conclude, sono stati anche predisposti piani nazionali che promettono di attivarsi in caso di pandemia e di formulare vaccini efficaci in tempi rapidi.