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BSE, L’USDA RAFFORZA LA SICUREZZA

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A circa due settimane dal primo caso di BSE negli Stati Uniti, le autorità di governo statunitensi passano a rafforzare le misure anti-BSE. L’USDA ha deciso l’abbattimento dei capi della mandria a cui apparteneva il bovino femmina risultato positivo alla Bse il 23 dicembre scorso. Il Dipartimento dell’Agricoltura degli USA sta comunque affrontando il caso con molta cautela, preoccupandosi di rassicurare innanzitutto i consumatori e sforzandosi di mantenere alto e costante il livello della comunicazione sulle indagini epidemiologiche in corso. La mandria, circa 450 capi inizialmente sequestrati e posti in quarantena, verranno condotti in settimana alla macellazione, affidati ad esperti in benessere animale alla macellazione per assicurare agli animali “un trattamento umano”, attraverso il protocollo eutanasico dell’ American Veterinary Medical Association . Nessuno di questi capi macellati verrà destinato al consumo. Fra essi c’è anche uno dei vitelli partoriti dalla “Mucca pazza”. Le autorità americane insistono nel ricordare ai consumatori che non ci sono evidenze scientifiche che giustificano il provvedimento di abbattimento, dato che la BSE non si trasmette ai vitelli, nè per contatto fra i capi della stessa mandria. Si tratta di una misura adottata, dicono, per “eccesso di precauzione”. Gli Stati Uniti, che stanno studiando una complessiva revisione del loro sistema di sicurezza alimentare, hanno inoltre vietato la macellazione di bovini “non ambulatory”, non in grado di reggersi e di deambulare, cosa che invece è accaduta per il bovino risultato infetto e sul quale si è accesa una discussione: le sue carni sono state immesse nella catena alimentare umana prima di conoscere l’esito del test. Le autorità veterinarie statunitensi sono in attesa dei risultati del test del DNA del bovino infetto per accertarne ufficialmente l’origine canadese.