Entro la fine di gennaio il Ministro per gli affari costituzionali Enrico La Loggia porterà in Consiglio dei Ministri un decreto legislativo che metterà fine alla legislazione concorrente fra Stato e Regioni. Fra le materie contese ci sono anche le professioni. Secondo il Ministro “l’intreccio delle competenze e delle materie che sottengono l’argomento professionale è troppo vasto per non dare adito a confusioni di ogni genere, ecco perché è necessario mantenere l’esclusiva dello Stato”. La riforma costituzionale avviata dalla precedente legislatura per La Loggia ha “erroneamente attribuito alle regioni il potere legislativo concorrente in materia di professioni”. Una volta pronta, la bozza sarà sottoposta alle osservazioni degli ordini professionali.
Sono già numerose le Regioni che hanno preso l’iniziativa e hanno creato le “consulte professionali regionali”, tavoli tecnici di discussione sempre più istituzionalizzati: oggetto di proposte di legge regionali ( in Abruzzo, Lazio, Friuli Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Lombardia), di protocolli d’intesa con CUP e Colap (in Toscana) o di leggi già approvate ed esecutive (in Calabria e Friuli). Le Regioni si stanno dando l’impegno di favorire le libere professioni nell’esercizio delle loro competenze e nei rapporti con i cittadini. Fanno parte delle Consulte i presidenti della Regione, i rappresentanti locali di ordini e associazioni professionali regolamentate, i rappresentanti del Cup e del Colap. Ma sulla legittimità costituzionale di queste consulte la discussione è aperta. Il federalismo di fatto sta precedendo quello costituzionale. Ecco perché il Ministro La Loggia intende premere l’acceleratore sul completamento della riforma del Titolo V.