Il Direttore Esecutivo dell’Authority Alimentare Europea, Geoffrey Podger, mette l’accento sul lavoro che attende l’EFSA: “Manteniamo deliberatamente le nostre attività in varie aree e non solo in un solo campo. Non è che decidiamo di impegnare tutto l’anno prossimo studiando gli Ogm o la microbiologia. Proprio la BSE ci ha dimostrato che impegnarsi su fronti diversi è importante perché non si sa mai in quale area ci sarà il prossimo problema. Dobbiamo dare il migliore parere scientifico e non possiamo farci condizionare dall’opinione pubblica”. E tuttavia, proprio verso l’opinione pubblica, l’EFSA ha un occhio di riguardo: “Non è nostro compito cercare di persuadere le persone, spiega il Direttore Podger, ma dimostrare i fatti renderli pubblici e lasciare che sia la gente a decidere. Quello che i consumatori vogliono dall’EFSA è avere fiducia nel processo e nel modo in cui comunichiamo il nostro lavoro. La crisi della BSE è un’esempio di cattiva comunicazione che ha provocato molta ansia ingiustificata. Noi invece vogliamo aprire al pubblico il processo di accertamento dei rischi. Chi ha dati potrà presentarli, potremo avere audizioni pubbliche o far circolare le bozze dei nostri rapporti per avere commenti”. E in questo flusso di comunicazioni e pareri anche le organizzazioni dei consumatori troveranno spazi di dialogo: “ Vogliamo sapere se i consumatori saranno soddisfatti o se vorranno miglioramenti. Se la gente avrà fiducia nel processo- prosegue Podger-verrà coinvolta di più, accetterà con più facilità i pareri scientifici finali. Non vogliamo presentare solo nudi dati scientifici ma risposte alle preoccupazioni della gente. E anche per questo vogliamo avere contatti con le organizzazioni dei consumatori. E’ sbagliato pensare che i consumatori non accettino che ci può essere un piccolo rischio ovunque. Ma la gente vuole sapere se il rischio è preoccupante o no. Quello che non si accetta è che in un momento si dica che non c’è alcun rischio per la salute e poi che ce n’è uno di molto forte. E’ quello che è accaduto con la BSE”. E quando fra loro i comitati non fossero d’accordo, Podger spiega che l’EFSA è tenuta a pubblicare anche i pareri di minoranza: “La scienza non avanzerebbe mai se non ci fossero punti di vista diversi, ma sempre un unico consenso generale”.(fonte Il Sole 24 Ore)