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UE: QUOTE LATTE ALLA STRETTA FINALE

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La questione delle quote latte è in corso di discussione al vertice dei ministri delle finanze dell'Ecofin. Se dal Consiglio uscira' una nuova fumata nera, le opzioni potrebbero essere due: il rinvio del dossier ad un Ecofin straordinario, che si potrebbe tenere a Salonicco, in concomitanza con il vertice Ue; oppure, il rinvio al prossimo semestre, sotto presidenza italiana. Un'ipotesi che l'Italia sta cercando di evitare.
La questione e' stata dibattuta ieri dagli ambasciatori dei Quindici presso la Ue (Coreper), ai quali l'ultimo Ecofin aveva delegato l'arduo compito di trovare un'intesa al piu' tardi ''entro giugno'' sia sulle quote latte che sulla nuova direttiva fiscale, sulla quale esiste anche una riserva italiana.
''Si e' fatto qualche passo in avanti. La possibilita' di un accordo non viene esclusa'', ha sottolineato una fonte della presidenza greca di turno della Ue. Anche la Commissione europea ha detto di avere ''buone indicazioni'' perche' si possa chiudere su latte e fisco.
Non c'e' ancora un testo di compromesso. Ma piuttosto una raccolta delle possibili opzioni sui tre punti al centro del negoziato.
Il primo punto riguarda il periodo sul quale spalmare l'incasso dei 648 milioni di euro dovuti dai 23.400 produttori che hanno sforato le quote loro assegnate. L'Italia chiede di poter concedere 30 anni. La Spagna ha proposto di scendere a 12, la Gran Bretagna a cinque anni. Altre delegazioni propendono per un periodo di dieci anni.
Il secondo punto, strettamente legato al primo, e' la definizione del tasso di interesse. L'Italia e' ferma nella sua richiesta iniziale di un tasso zero. Ma diversi partner, Danimarca, Olanda e Irlanda soprattutto, ritengono che la mancata applicazione di un qualunque tasso di interesse collocherebbe il provvedimento al livello di un aiuto di Stato, pertanto incompatibile con la legislazione Ue. La Gran Bretagna potrebbe accettare un tasso zero solo se l'Italia accettasse di ridurre a cinque anni il periodo di rateizzazione.
Il terzo punto riguarda il numero dei produttori che potrebbero beneficiare del condono. Sarebbe emersa l'idea di non escludere del tutto i produttori che hanno infranto le quote in maniera deliberata. Per loro non scatterebbero tutti i benefici ipotizzati, ma sarebbe comunque previsto un certo incentivo per chiudere la situazione pregressa.
Non sara' pero' semplice calcolare quanti siano gli agricoltori che hanno volutamente sforato le quote, traendo vantaggio da una situazione di illegalita'. La meta' circa dei 648 milioni di euro di multe e' dovuta da appena 1.300 produttori e questo potrebbe gia' offrire una buona indicazione. (ANSA).