La certificazione sarà gratuita, per incoraggiare la correttezza e l’attendibilità e l’indipendenza dei siti in favore dell’utenza. L’ipotesi del bollino a pagamento penalizzerebbe infatti i siti minori e quelli di enti no-profit. “Nonostante sia in vigore la regola che l’eventuale fonte economica venga indicata chiaramente- spiega Piccinino- finisce che venga messa in pagine secondarie e che venga del tutto inosservata. Stiamo intanto facendo una sorta di censimento dei siti italiani che si occupano, nel senso più generico di salute. Ce ne sono più di 1500, ma dalla valutazione che stiamo portando avanti il range dal quale scegliere quelli più affidabili è decisamente meno ampio. L’idea di un filtro non mi sembra una buona idea…le censure non funzionano mai”.
Radicale la posizione del Coordinatore della CUF ( Commissione Unica del Farmaco), Filippo Drago: “ L’acquisto di farmaci on line sia dal punto di vista medico che farmacologico è una pratica da combattere fino in fondo. La questione più rilevante è proprio la vendita in rete di farmaci senza ricetta lì dove ne è previsto per legge l’obbligo. Il farmaco viene presentato con un profilo rischi-benefici assolutamente falsato. Spesso poi ai prodotti pubblicizzati vengono attribuite caratteristiche terapeutiche che non possiedono, almeno secondo criteri scientifici.(…) la questione è come il provider finisca per sostituirsi al medico, anche nelle visite virtuali che spesso vengono richieste prima dell’acquisto del farmaco e questo è un reato”. (da Repubblica Salute in edicola oggi)