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CUP BOLOGNA: TIMORI PER LA CONSULTA

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Il gruppo consiliare della Margherita ha presentato all’inizio di ottobre un progetto di legge regionale che riconosce le libere professioni come interlocutrici della Regione per tutte le azioni e i provvedimenti che le riguardano. Il progetto, che prevede anche il sostegno alla loro qualificazione, all’aggiornamento e alla connessione con l’Università, sarà discusso a giorni in sede di consulta regionale insieme alle rappresentanze dei professionisti e dei CUP. Il consigliere Graziano Pini, promotore della proposta ha espresso la disponibilità del suo gruppo consiliare ad allargare le consultazioni alle rappresentanze professionali è ed in contatto con ANMVI EMILIA ROMAGNA. Intanto il CUP di Bologna si è riunito lunedì scorso per discutere l’iniziativa ed ha espresso forti preoccupazioni per le attribuzioni che la Consulta intende assumere. “Gli aspetti di maggior rilievo della proposta – sottolinea Susanna Marchetti, Presidente del Circolo Veterinario Bolognese e Segretario di ANMVI EMILIA ROMAGNA – sono contenuti negli articoli 2 e 3 della proposta”. In base ad essi la Consulta delle professioni potrebbe: “ricevere e fornire risposta scritta anche attraverso gli ordini e i collegi a segnalazioni e istanze relative all’esercizio professionale ed i rapporti fra professionisti ed utenza” ( articolo 2, comma 2, punto d) e aprire alle professioni non regolamentate (articolo 3, comma 3). Nella relazione introduttiva dei consiglieri Pini, Bosi, Delrio, Gilli e Majani si legge inoltre che dopo la modifica dell’articolo 117 della Costituzione il Parlamento non ha ancora legiferato, “ negando tuttora una adeguata risposta all’esigenza di un quadro normativo chiaro, una legge generale di principi capace tanto di valorizzare gli ordini e i collegi professionali, aiutandoli ad affrontare le sfide nuove nella società della concorrenza sulla qualità, quanto di farsi carico di una regolamentazione e di un riconoscimento delle nuove figure professionali, la cui presenza ed il cui apporto risulta impossibile persistere ad ignorare. E’ tuttavia da rifiutare l’idea di una supplenza del legislatore regionale che porterebbe all’individuazione di un ordinamento differenziato per regioni, del tutto inadeguato ad affrontare sfide che trovano una dimensione nell’ambito europeo e globale. (…) Non può infatti essere trascurato che l’introduzione del principio di sussidiarietà cosiddetto “orizzontale” ha in più campi riconosciuto il ruolo ausiliare ed integrativo dei professionisti nei servizi pubblici”.