''I risultati dei test suggeriscono che lo sviluppo della malattia negli animali può venire praticamente totalmente inibito'', ha commentato Patrick Dunne scienziato del Texas e pioniere delle ricerca sulla malattia della mucca pazza. I ratti hanno ricevuto geni che causano cambiamenti negli aminoacidi che compongono le proteine-prioni. Quando i topi sono cresciuti sono stati iniettati con alte dosi dei prioni che causano l'encefalopatia spongiforme. Nessuno dei ratti con i prioni mutati ha manifestato la malattia. Al contrario un gruppo di topi con i prioni normali ha sviluppato, dopo le iniezioni, il disordine cerebrale letale. (fonte: Ansa)
Nel frattempo, sale in Italia il n° di casi di BSE. L’Istituto Zooprofilattico di Torino ha confermato il 72° caso. Si tratta di un bovino femmina proveniente da un allevamento trentino.