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BSE: UN TEST SULL'ANIMALE VIVO

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Il Dr. Enrique Freddy e la moglie, una veterinaria tedesca, hanno messo a punto nella loro azienda in Germania, il “BSE plus test”. In contrasto con il “test rapido” BSE e gli altri test attualmente sul mercato, che rilevano frammenti del prione nel cervello d’animali morti, il test BSE PLUS rileverebbe l’infezione in animali malati di qualsiasi età. Il test può riscontrare infatti la presenza della BSE nell’animale vivo e prima dei 24 mesi previsti dal test di prima generazione. Preoccupati i ricercatori che commentano: “Il test è inattendibile, va tolto dal mercato”. “Il principio fondamentale delle prionine (anticorpi la cui presenza dimostra la Bse latente) non ha alcun fondamento scientifico documentato”. Il dr. Freddy, che vuole ottenere il riconoscimento del brevetto finora mai stato concesso in nessun Paese del mondo e nemmeno dalle autorità comunitarie, ha chiesto di essere ricevuto dal Ministero della Salute, dai ricercatori dell'Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero delle Politiche Agricole.(fonte Il Nuovo.it) La redazione di @nmviOggi, ha chiesto al Presidente dell’ANMVI il Dr. Paolo Bossi, veterinario libero professionista nel settore della buiatria, un commento a questa notizia. “Il “BSE plus test” dovrebbe essere in grado di riscontrare la presenza della BSE nell’animale vivo. Se fosse vero sarebbe un grosso vantaggio per tutti, soprattutto per gli allevatori, che ne ricaverebbero la certezza di avere animali sani, senza il rischio di dover distruggere intere stalle. Questo test ha sempre lasciato grossi dubbi e più volte abbiamo ribadito che ci dovesse essere molta attenzione e cautela nel suo utilizzo. I risultati della ricerca svolta per conto del Ministero dall’Istituto di Microbiologia ed Immunologia Veterinaria dell’Università di Milano, diretto dal Prof. Poli, ha evidenziato la non attendibilità di questo test. Nel frattempo, per quanto sappiamo, ne sono già stati commercializzati alcune migliaia. Speriamo che al più presto si possa arrivare a un punto preciso di chiarezza per evitare ulteriori confusioni in un settore che ha già duramente pagato situazioni continue di emergenza”.