• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31404

ALANO DA GUINNESS

Immagine
Parto senza precedenti a Cameri, in provincia di Novara, dove una femmina di alano nero di due anni ha partorito 24 cuccioli. Tredici, con un peso compreso tra i 380-450 grammi, sono riusciti a sopravvivere. “Non appena ho saputo quanti erano con esattezza i cuccioli – ha detto il proprietario dell’animale- mi sono subito rivolto all’associazione italiana cani alani, la cui presidente riveste questa carica da circa venticinque anni: lei stessa mi ha raccontato di non aver mai sentito nulla di simile a quello di cui la nostra cagna è stata protagonista e ci ha invitati ad effettuare verifiche”. Il dottor Enrico Rizzotti, veterinario di Barengo, ha confermato la propria sorpresa alla Gazzetta di Novara: “Generalmente – ha spiegato il medico – un alano può arrivare ad avere una quindicina di cuccioli, con un peso di circa settecento grammi ciascuno. Questo parto può essere definito solo come eccezionale. Nulla nelle visite effettuate durante la gestazione della cagna lasciava presagire questa superfetazione, dovuta probabilmente a ripetuti accoppiamenti dei genitori”. Per Matteo Spallarossa, presidente senior della Società Italiana di Riproduzione Animale (SIRVAC) e referente per l’Italia della EVVSSAR, non siamo di fronte ad un fatto tanto eccezionale: “ Nel corso della sua vita professionale chi si occupa di riproduzione ha già visto episodi simili, anche se il fatto è indubbiamente degno di nota. UnA giovane cagna di grossa taglia può partorire un elevato numero di cuccioli senza che vi sia nulla di patologico. Probabilmente – prosegue Spallarossa- c’è stata una concomitanza di fattori positivi, un seme particolarmente attivo e vitale che ha naturalmente incontrato il momento di massima ovulazione della cagna, in condizioni favorevoli dal punto di vista clinico e genetico che hanno portato a fecondazione buona parte degli ovuli. Siamo del resto in presenza di una razza già predisposta ad un alto numero di cuccioli e anche la mortalità, descritta in letteratura intorno al 20-25%, non deve sorprenderci”.