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ORDINI IN LITE CON LA CORTE DEI CONTI

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La Corte dei Conti con la determinazione n.43 del 20 Luglio 1995 ha ritenuto i Consigli Nazionali degli Ordini" pubbliche amministrazioni" e quindi soggetti ai controlli sulla gestione del bilancio, del patrimonio e sul funzionamento interno. Tutti i Consigli Nazionali si sono opposti a questa decisione ed alcuni hanno iniziato procedure legali, non ancora conclusesi, pur iniziando ad adeguarsi a queste indicazioni. L'opposizione dei Consigli Nazionali, al di là degli aspetti legali e normativi, esprime il forte disagio per le conseguenze che la determinazione della Corte dei Conti potrà avere sulla gestione della loro attività in quanto il riconoscimento e l'accettazione della qualifica di " pubbliche amministrazioni" non solo significa controlli rigidi e continui da parte della Corte stessa ma anche l'accettazione di procedure che rendono tutta la gestione più formale e burocratica. Soltanto qualche esempio: le assunzioni devono essere fatte con concorso, per eventuali investimenti sia pur minimi e temporanei deve esserci un tesoriere con un ruolo non solo formale ma di grande responsabilità, ammanchi di cassa, anche minimi, prevedono sanzioni civili ed anche penali, somme non utilizzate, avanzi di gestione, una diversa valutazione delle spese potranno portare a confronti e contenziosi, ecc. La Corte di Giustizia del Lussemburgo e le autorità antitrust definiscono gli studi professionali come “imprese” e gli Ordini come “associazioni tra imprenditori”, come può allora il Consiglio Nazionale essere una " pubblica amministrazione"?