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RELAZIONE UE

Obbligo di origine in etichetta? Tre scenari possibili

Obbligo di origine in etichetta? Tre scenari possibili
Analizzati i costi, i problemi operativi e di controllo sulle tre opzioni in campo: etichetta facoltativa, obbligatoria UE/nonUE, obbligatoria solo per indicare il Paese extra UE.

C'é anche "l'obbligo di indicare specificatamente sull'etichetta lo Stato membro o il Paese terzo d'origine" per tutte le carni utilizzate come ingredienti - dai salumi ai sughi - tra le opzioni presentate nel rapporto del commissario Ue alla sicurezza alimentare Tonio Borg, per lanciare un dibattito sull'obbligo dell'etichetta d'origine in Europa. Del resto, si legge, "il 90% dei consumatori Ue auspica che l'origine delle carni usate come ingredienti, sia indicata sull'etichetta". L'Italia da anni lo chiede in Europa.

Aumenti dei costi di produzione e di vendita, riduzione dei consumi: sono questi, però, i possibili effetti negativi che potrebbe avere, secondo uno studio di Bruxelles, un'eventuale introduzione in Europa "dell'obbligo di indicare sull'etichetta lo Stato membro o il Paese terzo d'origine" per tutte le carni utilizzate come ingredienti in prodotti lavorati. Il documento della Commissione Ue ipotizza "un aumento dei costi per gli operatori compreso tra il 15-20% e il 50%, un incremento dei costi per il maggiore carico amministrativo tra l'8% e il 12%, un impatto sui consumi per l'aumento dei prezzi"..

I tre scenari e le conclusioni della Relazione- L'interesse dei consumatori per l'indicazione dell'origine delle carni utilizzate come ingrediente appare molto forte. Vi sono differenze significative tra gli Stati membri nelle preferenze e nella comprensione delle informazioni sull'origine da parte dei consumatori e nei livelli di motivazione nonché nelle ragioni per cui tali informazioni suscitano interesse. Il forte interesse complessivo dei consumatori per l'etichettatura d'origine a) è significativamente inferiore come importanza al prezzo, alla qualità e alle caratteristiche organolettiche tra i fattori che determinano la scelta dei prodotti e b) non è rispecchiato dalla WTP dei consumatori: un aumento di prezzo inferiore al 10% riduce la WTP del 60-80%. La fattibilità e l'impatto dell'etichettatura d'origine dipendono in larga misura dalle modalità applicabili nonché dalla natura dei prodotti in questione. Ai fini della relazione, sono stati esaminati tre scenari.

– Scenario 1 – Mantenere facoltativa l'etichettatura d'origine
– Scenario 2 – Introdurre l'etichettatura d'origine obbligatoria sulla base dei dati a) UE/non UE o b) UE/paese terzo;
– Scenario 3 – Introdurre l'etichettatura d'origine obbligatoria indicante lo Stato membro o il paese terzo.

Lo scenario 1 non comporterebbe ulteriori problemi operativi per gli OSA dato che i costi operativi, l'impatto sul commercio intra-UE e internazionale, gli oneri amministrativi, gli oneri a carico delle autorità pubbliche e i costi aggiuntivi sostenuti dai consumatori sarebbero ridotti al minimo. Tuttavia, questa opzione non garantirebbe una risposta soddisfacente alla richiesta di informazioni sull'origine espressa dai consumatori.
Sia lo scenario 3 che, in misura minore, lo scenario 2, risponderebbero alla richiesta di informazioni sull'origine espressa dai consumatori ma potrebbero altresì comportare problemi operativi e richiedere adattamenti radicali nella filiera alimentare. Lo scenario 2 è considerato più fattibile dello scenario 3. In particolare: Lo scenario 2 consentirebbe di rispondere alla richiesta di informazioni sull'origine espressa dai consumatori ma può essere considerato troppo generico e non abbastanza valido da giustificare gli aumenti di prezzo (da un minimo trascurabile fino a un massimo del 25%) provocati dai costi operativi aggiuntivi per gli OSA. Per
quanto concerne la competitività e il commercio, le modifiche nella catena di approvvigionamento potrebbero causare la segmentazione del mercato e la riduzione del numero di intermediari e delle carni da utilizzare come ingrediente. Per quanto concerne il commercio internazionale, questo scenario provocherebbe probabilmente una modifica dei flussi del commercio, con il rischio che gli OSA dell'UE si rivolgano prevalentemente ai fornitori UE e che si creino costi aggiuntivi per gli operatori del settore alimentare dei paesi terzi. Si stima che gli oneri amministrativi per gli operatori del settore alimentare sarebbero trascurabili, mentre quelli per le autorità pubbliche aumenterebbero del 10-30%. Lo scenario 3 fornirebbe informazioni utili ai consumatori poiché essi sono, in gran parte, interessati a saperne di più sull'origine delle carni per tutti i tre i gruppi di
prodotti a base di carne. Nell'ambito di tale scenario, tuttavia, vi sarebbero costi aggiuntivi per gli OSA, con conseguenti aumenti di prezzo in funzione della natura delle carni da utilizzare come ingrediente e dei prodotti finali, aumenti che potrebbero incidere sul consumo. In questo scenario gli OSA dovrebbero sostenere costi operativi aggiuntivi con un incremento dal 15-20% fino a un massimo del 50% in più. In materia di competitività e di commercio l'impatto sarebbe analogo, anche se maggiore, a quello dello scenario 2. Gli oneri amministrativi aggiuntivi potrebberocausare un aumento dell'8-12% dei costi totali di produzione, mentre gli oneri per le autorità pubbliche sarebbero probabilmente superiori rispetto a quelli stimati nello scenario 2. Se non aumenteranno i fondi dei bilanci statali destinati alle autorità di controllo, come è probabile data la tendenza prevalente nel contesto economico attuale, sarebbero probabili una riduzione della frequenza dei controlli o un cambiamento nelle priorità. L'eventuale imposizione di tasse per l'effettuazione dei controlli ufficiali potrebbe attenuare tali costi.

La Commissione è del parere che tutti i possibili scenari presentino vantaggi e svantaggi che debbano essere ampiamente discussi con il Consiglio e il Parlamento europeo. Sulla base di tali discussioni, la Commissione valuterà quali eventuali ulteriori iniziative sia appropriato intraprendere. Esse possono comprendere, se del caso, la presentazione di una proposta legislativa per disciplinare l'etichettatura d'origine delle carni usate come ingrediente nei prodotti alimentari.

Pagina di approfondimento sul sito della Commissione Europea

pdfTESTO_INTEGRALE_DELLA_RELAZIONE_IN_LINGUA_ITALIANA.pdf101.85 KB