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MARCHIO PRIMIA

Controanalisi: non c'era carne di cavallo nelle lasagne

Controanalisi: non c'era carne di cavallo nelle lasagne
Non c'era carne di cavallo, ma solo ragù di bovino, nelle confezioni di lasagne alla bolognese a marchio 'Primia'.
Le confezioni sono state sequestrate il 23 febbraio dai Nas di Brescia, dopo che il primo test in Italia era risultato positivo ai controlli. Lo rende noto la stessa ditta produttrice: ''Niente carne di cavallo ma solo ragù di bovino, come dichiarato nell'etichetta. Dissequestrate le 2400 confezioni di lasagne marchio 'Primia' prodotte dalla 'Cucina di Bologna'''. L'amministratore della ditta, di San Giovanni in Persiceto (Bologna), aveva già riferito di aver acquistato la carne da un'azienda lombarda, nella certezza che si trattasse solo di carne di manzo.

''L'azienda - prosegue la nota della 'Cucina di Bologna' - lavorando sempre con la massima serietà, per dare ulteriori garanzie ai consumatori alleghera' ai documenti di vendita copia delle analisi effettuate sulla carne di bovino utilizzata per i ragù''.

In giornata, la precisazione dell'IZSLER: non si tratta di contro-analisi.

Il comunicato dell'azienda

La Cucina di Bologna da sempre garantisce la conformità dei propri prodotti ai più rigidi parametri di controllo. A garanzia di ciò è certificata dal 2007 secondo gli standard di sicurezza alimentare BRC e IFS con il più alto grado di valutazione.

I numerosi interventi degli ultimi tempi da parte degli organi di vigilanza preposti presso la nostra struttura produttiva, a causa delle note vicende di carne di cavallo non indicate in etichetta, hanno confermato La corretta applicazione del sistema di rintracciabilità della nostra azienda. Non solo nessuna azione diretta è stata presa, ma ogni verbale ha confermato ed evidenziato la chiarezza e la qualità del nostro sistema di autocontrollo. La nostra azienda è stata ampiamente in grado di documentare la provenienza della carne utilizzata nella produzione dei nostri piatti pronti e tale documentazione ha contribuito a risalire verso l'origine delle forniture di carni etichettate come bovine.

A seguito di quanto sopra esposto La Cucina di Bologna ha deciso di rendere ancora più restrittive le proprie procedure in tema di controllo delle materie prime, operando in maniera ancora più selettiva nei confronti dei propri fornitori e, in particolare, a non lavorare carni i cui DNA non fossero stati preventivamente testati.
La nostra azienda è a disposizione di chiunque abbia interesse, per quanto di pertinenza, a fornire tutta la documentazione relativa ad ogni prodotto immesso sul mercato

San Giovanni in Persiceto, 4 marzo 2013