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PIANO ERADICAZIONE IN CAMPANIA

Brucellosi, vertice regionale: le azioni condivise

Brucellosi, vertice regionale: le azioni condivise
Ripopolamento, gestione degli effluenti zootecnici, indennità celeri e uno studio statistico sui capi risultati positivi. Vertice in Campania con le autorità dei territori interessati dalle misure sanitarie. 

La Regione Campania informa sulla strategia concordata durante il vertice regionale di sabato scorso, alla presenza del Presidente Vincenzo De Luca, dell’Assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo, e del Commissario straordinario all'applicazione del programma di eradicazione della brucellosi, Generale Luigi Cortellessa.
All'incontro hanno presenziato anche i Sindaci dell’area di Caserta interessata (Cancello ed Arnone, Carinola, Castel Volturno, Grazzanise e Santa Maria La Fossa).

Ripopolamento e indennizzi- Il piano di eradicazione condiviso dalle autorità dei territori interessati dalle misure sanitarie, prevede una strategia di azione che mira al ripopolamento degli allevamenti a seguito di stamping out. Tra le richieste delle autorità locali vi è stata anche la proposta di ridurre i tempi di attesa per ottenere le indennità previste a seguito della macellazione dei capi. Verrà creato uno sportello unico per la ricezione delle relative istanze.

Gestione degli effluenti
- Nel vertice sono state concordate altre linee di azione operative come quella che prevede una gestione efficace e sicura degli effluenti zootecnici provenienti dagli allevamenti risultati infetti.  Nello specifico verrà attivata una procedura di prelievo degli effluenti zootecnici che garantisce l’inattivazione dei citati agenti patogeni e la produzione di energia. 

Studio statistico- Il piano prevede inoltre l'avvio di uno studio per finalità statistiche, sui capi risultati infetti da “BRC” o “TBC” avviati alla macellazione, con prelievi ematici e successive analisi a cura dell’I.Z.S. di Teramo. E' immaginato un percorso dedicato e una valutazione delle istanze caso per caso, con l’esecuzione di verifiche sanitarie pubbliche e collegiali atte a constatare l’esistenza dei requisiti di bio-sicurezza, a prescindere dalla distanza minima di 500 metri da allevamenti in cui sono presenti capi positivi.