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FONDI EUROPEI

False dichiarazioni in BDN, indagati allevatori e dirigenti Asl

False dichiarazioni in BDN, indagati allevatori e dirigenti Asl
Registravano, secondo la Procura, nella BDN zootecnica capi  nati virtualmente, per ottenere, mediante false dichiarazioni, I contributi dell’Unione Europea.

Con l’accusa di indebita percezione e truffa ai danni dello Stato, la Procura di Avezzano ha messo sotto inchiesta tre allevatori e due dirigenti veterinari. L’accusa, è di omissione o rifiuto di atti d’ufficio. I fatti sono avvenuti tra il 2012 e il 2015. Per l’annualità 2013 gli allevatori hanno riscosso circa 27mila euro, mentre per 2014 la somma incassata è stata di 16mila euro circa.

Il meccanismo- Per la Procura della Repubblica di Avezzano, gli allevatori coinvolti, che hanno sede legale in zona, hanno avanzato richiesta, inserendo i dati on line facendo dichiarazioni false. Avrebbero dichiarato, quali allevatori di bovini, la nascita di animali mai avvenuta percependo per ciascun nato un contributo da parte dell’Unione Europea. Successivamente ad un controllo da parte degli addetti si è scoperto che gli animali non c’erano negli allevamenti. Gli allevatori avrebbero giustificato l’assenza degli animali denunciandone la scomparsa. Secondo l'accusa, infatti,  gli allevatori di bovini  nelle annualità 2012-2014 avevano presentato "denunce di smarrimento abnormi non credibili per sistematicità". Non sempre, il meccanismo funzionava secondo la Procura: «In alcuni casi riuscivano ad ottenerli ed in altri no».

Il coinvolgimento della Asl- Quanto al dirigente Asl indagato, la Procura osserva che - "malgrado la mancata esecuzione delle prove diagnostiche sulla totalità dei capi di età pari o superiore a sei settimane"-  non solo "si limitava a recepire dette denunzie senza alcun vaglio critico e ma si rifiutava/ometteva di adottare il necessario provvedimento".  Lo stesso è anche indagato per aver posto in essere potenziali condizioni di pericolo per la salute pubblica derivanti dalla possibile diffusione di malattie infettive.
L'altro veterinario ufficiale invece è indagato poiché «ometteva di adottare- precisa l’accusa- atti del proprio ufficio, che per ragioni di igiene e sanità, dovevano essere compiuti senza ritardo». In sostanza poiché gli allevatori non avevano eseguito la profilassi obbligatoria il dirigente avrebbe dovuto emettere un provvedimento di sospensione di «allevamento ufficialmente indenne». (fonte: terremarsicane.it)