I lavoratori dell'ARA Sardegna, 270 dipendenti precari, continuano a protestare sotto le finestre della Giunta regionale.
Stabilizzazione dei dipendenti in applicazione di una legge di otto anni fa. Per due motivi: dare certezze e garanzie a veterinari e tecnici che lavorano da 35 anni nelle campagne sarde e dare all'Isola un'arma in più nella battaglia alla crisi dell'agricoltura. Sono le ragioni che hanno portato di nuovo in piazza i lavoratori dell'Ara, l'Associazione regionale allevatori. Ieri mattina una delegazione, in rappresentanza dei 270 dipendenti, ha messo in atto un presidio davanti al Consiglio regionale con striscioni, fischietti e magliette rosse con la scritta "stabilizzazione".
Di nuovo perché la protesta è iniziata già dallo scorso aprile con sit-in prima giornalieri e poi settimanali nelle strade dove sono presenti le sedi della Giunta regionale. "Siamo qui - spiega all'ANSA Paola Naitana, veterinario - per chiedere ancora una volta come mai esiste una legge del 2009 che prevede la nostra stabilizzazione e che non è mai stata applicata. Le campagne sono sempre in emergenza: la soluzione c'è ed è nella porta accanto".
Secondo i lavoratori, "una riorganizzazione del settore consentirebbe anche un grande risparmio. Vero che siamo un ente privato, ma siamo sempre finanziati con soldi pubblici". Durante la mattinata è stato anche appeso uno striscione davanti all'Assemblea sarda con la scritta "Basta precarietà". (fonte)
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