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SARDEGNA

Scoperto a Fonni il primo caso di cisticercosi ovina in italia

Scoperto a Fonni il primo caso di cisticercosi ovina in italia
È stato scoperto in un allevamento di Fonni il primo caso ufficialmente riconosciuto di cisticercosi ovina in Italia. Insospettito dalla morte misteriosa di alcuni agnelli, Gianni Urrai, veterinario dell'Aras (associazione regionale allevatori) che si occupa di assistenza tecnica alle aziende ovine, ai primi di gennaio ha diagnosticato la presenza del parassita in 25 agnelli di 50-60 giorni. Un'ipotesi confermata di recente dalle analisi dell'Istituto zooprofilattico della Sardegna e della facoltà di Veterinaria dell'Università di Sassari.

Si tratta di un parassita in forma larvale che vive nei cani, volpi e lupi e che generalmente viene trasmesso agli animali al pascolo. La scoperta, anticipata dal notiziario Chartabianca, è stata fatta in un allevamento di agnelli da rimonta e il tasso di mortalità è stato del 20%.

"Avevo già visto casi di cisticercosi nei mattatoi – spiega Urrai al notiziario Chartabianca – ma non mi era mai capitato di vedere un'infezione così massiva in un allevamento. Non stiamo parlando della scoperta del secolo – osserva – ma si tratta comunque del primo caso ufficiale in Italia registrato negli ovini". Il veterinario dell'Aras precisa che non si tratta di una zoonosi, dunque non c'è alcun rischio per l'uomo. Secondo Urrai, la causa è dovuta all'ingresso di alcuni cani nell'ovile dove erano custoditi gli agnelli infettati i quali hanno ingerito le uova della tenia contenute nelle feci dei cani lasciate sul pavimento. "Gli allevatori devono sempre tener lontani i cani dagli ovili e non bisogna mai dare le viscere agli animali", avverte il veterinario.

La scoperta di Urrai sarà oggetto di una pubblicazione scientifica (in collaborazione con l'Izs e la facoltà di Veterinaria di Sassari) e sarà presentata in Spagna al congresso internazionale della Federazione mediterranea di sanità e produzione dei ruminanti (Femesprum) in programma dal 23 al 26 aprile a Cartagena.

"Questa scoperta è l'ennesima dimostrazione - commenta Marino Contu, direttore dell'Aras – che i nostri tecnici presenti su tutto il territorio regionale svolgono un compito indispensabile in fatto di prevenzione anche grazie al fatto che sono in costante contatto con gli enti preposti". (fonte: CHARTABIANCA)