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MARCHE

Controllo e risanamento di un focolaio di tubercolosi

Controllo e risanamento di un focolaio di tubercolosi
La Giunta ha deliberato le attività per il controllo e il risanamento del focolaio di tubercolosi nel comune di Matelica (Macerata).
Il provvedimento è pubblicato sul Bollettino Regionale delle Marche del 19 settembre (Decreto n. 156 del 05/09/2013 Attività di controllo per il risanamento di un focolaio di tubercolosi) coordina l'attività sul territorio di tutti i soggetti interessati al risanamento e alla sorveglianza epidemiologica. Un Tavolo tecnico è operativo dal mese di luglio per contenere il rischio di diffusione della Tbc tra gli animali allevati e la fauna selvatica del comprensorio infetto.


Aree di controllo- Vista la posizione degli allevamenti coinvolti e dei cinghiali infetti abbattuti a caccia, il decreto regionale 156/2013 individua due aree di controllo: un'area controllo bovini -  dove potenziare le attività di sorveglianza sugli allevamenti bovini in azienda e al pascolo - e un'area controllo selvatici, ricomprendente al suo interno la prima, dove intensificare le attività di sorveglianza sulle specie selvatiche coinvolte. L'area controllo bovini è stata delimitata considerando le zone di pascolo coinvolte nell'infezione dal 2002 ad oggi e sulla base delle barriere naturali o artificiali presenti. L'area controllo selvatici è stata delimitata considerando, sulla base di barriere naturali o artificiali, l'area di possibile diffusione dei selvatici potenzialmente interessati dall'infezione.

Azioni
- Il provvedimento dispone azioni pr il risanamento dell'azienda infetta i Servizi di Sanità Pubblica Veterinaria dell'ASUR e l'IZSUM, ciascuno per le rispettive competenze; azioni particolari per il risanamento delle aree di pascolo nell'area controllo bovini; azioni per la sorveglianza nell'area di controllo selvatici;

Risanamento dell'azienda infetta - Test del gamma interferon e test tubercolinico per tutti i bovini dell'azienda infetta con macellazione di tutti i bovini risultati positivi al gamma interferon o all'IDT. Le prove vengono ripetute  fino al completo risanamento dell'azienda. Se del caso,gli ovini e i caprini verranno sottoposti a IDT e macellati i capi reattivi, mediante un protocollo operativo applicabile in campo.
Previsto un esame anatomopatologico per  tutti gli ovini e caprini morti in allevamento;  segnalazione e approfondimenti  con accertamenti diagnostici per eventuali casi di mastiti e polmoniti croniche.
Sottoposti a IDT i bovini di tutte le aziende presenti nell'area a rischio o che pascolano nella stessa, al rientro dal pascolo primaverile/estivo. La prova dovrà essere effettuata in tempi relativamente brevi dal rientro in sede invernale.

Risanamento delle aree di pascolo nell'area controllo bovini-  I Servizi di Sanità Pubblica Veterinaria coinvolgono la Polizia Provinciale, il Corpo Forestale dello Stato, i Sindaci dei Comuni interessati; organizzano, mediante una o più squadre costituite da veterinari, allevatori, cacciatori con conoscenza dell'area a rischio, l'individuazione, la cattura, il contenimento dei capi bovini avvistati nei pascoli dell'area a rischio nei periodi d'interdizione del pascolo e l'abbattimento immediato (in quanto da ritenersi potenzialmente infetti), di bovini non identificabili;rRichiedono agli allevatori fruitori dei pascoli la realizzazione, presso gli stessi, di idonee recinzioni e punti di cattura che risolvano tempestivamente, ai fini dell'espletamento delle attività sanitarie, eventuali problematiche di bestiame allevato indocile e inselvatichito.

Sensibilizzazione degli allevatori affinchè controllino i propri capi nei periodi di pascolo, perchè non entrino in contatto con capi bovini non identificabili e/o di provenienza ignota;  segnalino la presenza di questi capi per organizzarne l'immediata cattura anche attraverso il ricorso alla sedazione farmacologica (tele anestesia);  segnalino qualsiasi patologia (anche a carattere sporadico) dei propri animali;  segnalino, per il successivo recupero, i capi di allevamento morti al pascolo.

Sorveglianza nell'area di controllo selvatici I Servizi di Sanità Pubblica Veterinaria dell'ASUR coinvolgono la Polizia Provinciale, il Corpo Forestale dello Stato ed i Sindaci dei Comuni interessati, al fine di potenziare la sorveglianza sulle specie selvatiche nei luoghi di possibile contatto con gli animali di interesse zootecnico presenti nei pascoli dell'area controllo bovini; per quanto attiene agli abbattimenti programmati di cinghiale e capriolo, coinvolgono attraverso riunioni gli AATTCC, le Riserve di Caccia, gli Enti Parco e le squadre di caccia e dei sele-controllori; organizzano le visite ispettive post mortem delle carcasse degli ungulati selvatici (cervidi e cinghiali) abbattuti nell'area controllo selvatici e supportano le Province nelle attività di recupero degli animali appartenenti alle specie selvatiche (cervidi, mustelidi, canidi) sensibili alla Tubercolosi rinvenuti morti; effettuano i rilievi del caso, per il successivo invio del materiale sospetto alla competente Sezione dell'IZSUM.

"Non esiste un'emergenza da Tbc - dichiarava   l'assessore alla sanità Almerino Mezzolani al varo del decreto regionale- perché la malattia è da sempre sotto controllo e monitorata. E' importante mantenere il Tavolo per affrontare tutti i problemi aperti, senza divisione tra associazioni, in modo da giungere a una sintesi costruttiva che porti all'evoluzione della normativa, capace di risolvere non solo le situazioni contingenti ma anche quelle strutturali legate alle attivita' venatoria e agricola".

Province Tbc esenti - Due Province, Ascoli Piceno e Fermo, sono esenti da Tbc con certificazione europea. Altre due (Ancona, Pesaro Urbino) sono ugualmente esenti, con in corso la procedure di certificazione Ue, mentre il solo Maceratese segnala un focolaio di Tbc in un allevamento bovino di Matelica, nella stessa zona interessata nel passato (2005) da un focolaio analogo.