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IL TESTO

Risoluzione per distinguere le TAA dagli altri interventi con animali

Risoluzione per distinguere le TAA dagli altri interventi con animali
Siano riconosciute come "prestazioni sanitarie". La conduzione dell'animale sia affidata esclusivamente al Veterinario.

Il M5S ha presentato una risoluzione in XII Commissione sugli interventi assistiti dagli animali (IAA), espressione "generale" che comprende tipologie di intervento molto diverse fra loro.

La prima firmataria della risoluzione, On Maria Lucia Lorefice (M5S) chiede al Governo di "distinguere rigorosamente le Taa (Terapie assistite con animali) dagli altri interventi "di tipo ricreativo": le terapie assistite dagli animali, infatti, "hanno degli obiettivi terapeutici specifici".

Le  linee guida nazionali: un "modello tecnico"- La materia è stata discipinata per la prima volta in Italia dall'Accordo del 2015 sulle «Linee guida nazionali per gli interventi con gli animali (IAA)», recepito da tutte le Regioni nel 2017. Ma per i deputati firmatari della risoluzione, fra i quali la parlamentare veterinaria Doriana Sarli, il documento non esprime un modello formativo sanitario adeguato.

In primo luogo, nelle Linee guida "non c'è una reale differenza sul metodo di lavoro, o sulla scelta dei componenti dell’équipe, così come sulla formazione che è necessaria per gli operatori coinvolti nelle terapie". Inoltre, con le linee guida nazionali (IAA) "rischia di passare un modello tecnico- si legge nella risoluzione- per il quale fare la terapia con l'animale sarà lavorare in maniera superficiale e riduttiva, aspetto a cui si è oramai abituati sia nei modelli formativi che sanitari".
Inoltre mancano dei protocolli sanitari standardizzati.  Per la risoluzione, gli "unici parametri necessari"- considerati nella Linea Guida- "sono la non aggressività e i segnali di stress da infezione". La risoluzione chiede che, per valutare l'infettività dell'animale, vengano definiti "nell'immediato" dei protocolli sanitari standardizzati e differenziati in base alle specie e soprattutto alla pericolosità del setting.

Ruolo del veterinario - L'animale, che risponde a determinati requisiti, è parte integrante del setting. L'intervento è personalizzato sul paziente, richiede apposita prescrizione medica ed è "la presenza dell'animale" a definirne la sua specificità. Pertanto, la conduzione dell'animale deve essere effettuata "esclusivamente dalla figura del medico veterinario".

La formazione universitaria del medico veterinario "è tale da formare un professionista in grado di operare del settore della salute. Inoltre, il medico veterinario ha chiari i concetti di salute e malattia, la sua formazione gli conferisce quella «forma mentis» che gli consente di procedere allo screening e alla diagnosi differenziale, capacità che appartiene alle sole categorie che si sono formate in tale senso. Il veterinario è un professionista in possesso di laurea sanitaria professionalizzante in grado di effettuare monitoraggi sanitari e diagnosi differenziali sullo stato di salute dell'animale in corso di terapia. È l'unica figura professionale in grado di tutelare la salute e il benessere animale (legge 20 luglio 2004, n. 189, che modifica il codice penale) e l'unica figura professionale abilitata a tutelare la salute dell'uomo dai rischi di qualsiasi attività dell'animale (articolo 1 del codice deontologico del medico veterinario), nonché un professionista che risponde a un ordine professionale.

Il veterinario comportamentalista e altre figure professionali- La risoluzione chiede di iniziative affinché figure professionali strettamente correlate al lavoro di pet therapy, non presenti nel setting terapeutico, cioè quelle dell'istruttore cinofilo e degli equidi esperto in pet therapy e del veterinario comportamentalista, abbiano, il primo, una competenza riconosciuta da enti accreditati alla formazione e, il secondo, una formazione di tipo universitario e interdisciplinare.
Il veterinario comportamentalista "è il professionista che si affianca all'educatore nella scelta del singolo animale per verificarne l'assenza di patologie comportamentali; se queste fossero eventualmente presenti ne diagnostica la gravità, decide se accettare o meno il suo coinvolgimento nelle relazioni di cura; dovrebbe inoltre essere colui che, a cadenza mensile, sovraintende a una seduta di pet therapy per verificare durante il suo svolgimento l'assenza di atteggiamenti che indicano problematiche comportamentali o di sofferenza dell'animale".

Prestazioni sanitarie- La risoluzione chiede di riconoscere le terapie con gli animali sono vere e proprie prestazioni sanitarie, all'interno del settore che corrisponde agli interventi riabilitativi, perché finalizzate alla salute, utilizzate per integrare obiettivi terapeutici e riconosciute come facenti parte delle prestazioni della sanità pubblica veterinaria (definizione Oms-Ginevra 1974).

L'esame della risoluzione dovrà essere calendarizzata in Commissione Affari Sociali.

Il testo della risoluzione