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RIFIUTI, SEMPLIFICAZIONI NON SOLO PER LE IMPRESE

RIFIUTI, SEMPLIFICAZIONI NON SOLO PER LE IMPRESE
E' un testo pieno di ottime intenzioni, ma la bozza di Decreto Sviluppo  non parla ai medici veterinari e li esclude dalle semplificazioni. Persino nei passaggi che suggeriscono una elementare associazione di idee, quella fra l'utilizzo di dispositivi medici e la veterinaria. Ma nel testo si parla solo di "imprese".

E' un testo pieno di ottime intenzioni, ma la bozza di Decreto Sviluppo non parla ai medici veterinari e li esclude dalle semplificazioni. Persino nei passaggi che suggeriscono una elementare associazione di idee, quella fra l'utilizzo di dispositivi medici e la veterinaria. Ma nel testo si parla solo di "imprese".

E' il caso della "semplificazione in materia di rifiuti a rischio infettivo derivanti dalle attività di servizio alle persone" contemplata dalla bozza di Decreto, all'articolo 57: "le imprese che svolgono le attività di estetista, acconciatore, trucco permanente e semipermanente, tatuaggio, piercing, agopuntura, podologo, callista, manicure, pedicure e che producono rifiuti pericolosi e a rischio infettivo (CER 180103: aghi, siringhe e oggetti taglienti usati) possono trasportarli, in conto proprio per una quantità massima sino a 30kg al giorno, sino all'impianto di termodistruzione o in altro punto di raccolta, autorizzati".

"Per la verità - è il commento di Giorgio Neri, consulente ANMVI per la normativa sui rifiuti sanitari- il decreto appare, in materia, coerente nella sua assurdità, in quanto va ad integrarsi con il disposto del Codice dell'Ambiente che permette il trasporto e il conferimento all'inceneritore dei propri rifiuti pericolosi solo agli iscritti all'Albo Nazionale dei Gestori Ambientali, ma consente tale iscrizione solo alle imprese. Tant'è che alcuni medici veterinari che hanno provato ad iscriversi a tale Albo si sono visti respingere l'istanza dalle CCIAA".

I professionisti non l'hanno presa bene, né ora e né allora, e si stanno  interrogando sulla reale efficacia di un provvedimento che, stando alle anticipazioni, esclude le loro strutture e l'esercizio professionale da una serie di importanti semplificazioni, contro una burocrazia esasperante non solo per i medici veterinari, ma spesso anche per gli stessi  proprietari e detentori di animali.

La richiesta dell'ANMVI è dunque di rileggere il provvedimento evitando di pensare solo alle imprese: quando si tratta di caricare di oneri e incombenze le strutture veterinarie fa gioco considerarle alla stregua delle attività imprenditoriali, quando si tratta di liberarle dalla burocrazia più paludata il Governo se ne scorda. Le vere liberalizzazioni sono le semplificazioni. (Comunicato stampa ANMVI)

Allegati
pdf DECRETO SVILUPPO ARTICOLO 57.pdf