A causa della pandemia di Covid-19, cresce la preoccupazione che la Peste Suina Africana passi in secondo piano. Gli esperti: è un virus più potente di Sars Cov-2.
Il Network europeo Enetwild dà voce alle preoccupazioni degli esperti internazionali sul rischio l'emergenza Covid-19 eclissi la gravità della Peste Suina Africana. Il timore è che gli sforzi dei Paesi per contrastare la pandemia in atto possano allentare le misure di biosicurezza, la ricerca di un vaccino e la trasparenza sull'epidemiologia animale.
Più forte del Sars Cov-2, il virus della peste suina africana uccide quasi il 100% degli animali che infetta e - nonostante circoli da quasi un secolo- non ha ancora un vaccino.
Secondo l'OIE, ad aprile del 2020 la diffusione della Peste Suina Africana ha già raggiunto i livelli di tutto l'anno 2019. L'Asia (Cina, Vietnam e Filppine) e l'Europa dell'Est sono le aree maggiormente interessate da questa epidemia, a cui si sono recentemente aggiunti territori del nord dell'India e dell'Europa occidentale, come il Belgio.
Secondo la FAO, i continui nuovi focolai segnalati tramite notifiche ufficiali dell'OIE o raccolti in modo informale attraverso i media confermano un numero sempre maggiore di animali colpiti e la diffusione della malattia, "inarrestabile" secondo la Food and Agricolture Organization.
Intanto l'EFSA ha pubblicato un aggiornamento sulla distribuzione del cinghiale in Europa (2014-2019) considerata uno strumento chiave per il controllo della Peste Suina Africana.