Per preparare i Colleghi a una Brexit "dura", senza un alcun accordo con l'Unione Europea, la BVA mette a fuoco i principali problemi in campo veterinario.
Nell'eventualità di una "hard Brexit", la British Veterinary Association (BVA) ha preparato un piano in otto punti. Le principali questioni che i Medici Veterinari dovranno affrontare in caso di una fuoriuscita senza accordo sono state sintetizzate allo scopo di preparsi per tempo. Dall'occupazione veterinaria alla sorveglianza delle malattie animali, dai certificati veterinari per il commercio fino all'approvvigionamento di medicinali veterinari, lo scenario, secondo la BVA, " è dei più incerti".
1. La questione dell'immigrazioneLa BVA ricorda che il sito web del Governo di Londra fornisce informazioni al riguardo, ma che continuerà a fare pressioni affinchè vengano salvaguardate le posizioni occupazionali della professione veterinaria nel Regno Unito. Per i non britannici dello Spazio Economico Europeo, un gruppo di esperti legali della BVA ha attivato un servizio di consulenza gratuita che risponde 24 ore su 24, tutti i giorni. In caso di una hard Brexit, per i cittadini dell'Unione Europea -in UK o verso l'UK - le condizioni di ingresso, permanenza e lavoro dovranno essere riviste alla luce dello status di cittadini provenienti da Paesi Terzi. (
Faq sull'immigrazione)
2. Pianificare il prima possibile il viaggio con il pet La BVA incoraggia i Medici Veterinari a consigliare ai proprietari di considerare tempi più lunghi per la pianificazione di un viaggio con i loro pet. Infatti, nel caso di una Brexit senza accordo, il Regno Unito diventa un "Paese terzo non in elenco" (
unlisted country) pertanto gli animali domestici necessitano di una certificazione veterinaria aggiuntiva ogni volta che viaggiano e anche un test di titolazione degli anticorpi per la rabbia, almeno 30 giorni dopo la vaccinazione, e un periodo di attesa di tre mesi prima del viaggio.
I proprietari di animali domestici dovrebbero iniziare a pianificare il prima possibile il loro viaggio- incoraggia la BVA. I veterinari possono inviare campioni di sangue a uno dei laboratori approvati dall'UE (
Faq Defra sui test della rabbia)
3. Avvisare i proprietari di cavalli di iniziare a pianificare le movimentazioni di equidiIn caso di Brexit senza accordo, il
Tripartite Agreement ( il triplice accordo fra Regno Unito, Francia e Irlanda sugli spostamenti di cavalli) verrebbe revocato e il Regno Unito diventerebbe un "Paese terzo non in elenco". il che significa - avverte la BVA- che nessun cavallo potrà entrare nell'UE fino a quando il Regno Unito non avrà riacquisito il riconoscimento di Paese elencato, condizione che può richiedere diversi mesi. Una volta ottenuto questo status, i i cavalli avranno bisogno di un certificato sanitario di esportazione, che potrebbe significare test aggiuntivi, e dovranno passare attraverso un posto d'ispezione di frontiera approvato per gli equidi (ad esempio, Ostenda in Belgio è l'unico porto accessibile dalla Manica approvato per equidi). Dunque, i veterinari dovrebbero consigliare ai proprietari di porsi il problema nella pianificazione dei movimenti equini.
4. Parlate con i fornitori di medicinali veterinari I medicinali veterinari già autorizzati nel Regno Unito dall'Agenzia Europea dei Medicinali rimarranno tali. Invece, i prodotti autorizzati con la procedura del mutuo riconoscimento o con la procedura decentrata, potranno essere utilizzati nel Regno Unito in seguito ad un'autorizzazione nazionale. L'associazione delle industrie britanniche (
NOAH) e i suoi membri hanno intrapreso
iniziative per garantire la fornitura dei medicinali veterinari. Si consiglia alle prassi di
La BVA incoraggia i veterinari a parlarne con i propri fornitori individuando i potenziali problemi di fornitura.
5. Continuare a utilizzare la cascata e i certificati di importazione specialeIn caso di mancato accordo fra il Regno Unito e l'Unione Europea,
il sistema di importazione speciale dei medicinali veterinari verrà rivisto, dato che il Regno Unito non sarà più uno Stato membro. Tuttavia, la
Direzione dei medicinali veterinari del Regno Unito ha avvertito che non ci saranno conseguenze sulla possibilità per un veterinario di importare medicinali umani o veterinari dall'esterno del Regno Unito, restando assoggettato alle consuete necessità cliniche / a cascata.
6. Restare aggiornati sui requisiti dei certificati veterinariCon una no-deal Brexit, i requisiti di certificazione veterinaria per il commercio potrebbero aumentare in modo significativo, quindi è essenziale - avverte la BVA- che i veterinari si mantengano aggiornati sui requisiti di riconvalida. Nel dicembre 2018 l'APHA (Animal Plant Health Agency) ha emesso un
avviso di proroga delle scadenze di convalida per le qualifiche OCQ (
Official Control Qualification). L'invito è di confrontarsi con i clienti sui possibili scenari commerciali.
7. Tenersi aggiornati sulla sorveglianza delle malattie tramite Vet RecordIn caso di mancato accordo, il Regno Unito perde l'accesso al sistema di sorveglianza delle malattie dell'UE
ADNS (il sistema di notifica delle malattie degli animali). Tuttavia, il Regno Unito manterrà l'accesso al
Sistema di informazione sanitaria per gli animali dell'OIE e le informazioni essenziali sulla sorveglianza continueranno a essere trasmesse tramite rapporti di sorveglianza veterinaria. Ciò è particolarmente pertinente per il controllo delle patologie emergenti o riemergenti, nelle interazioni tra veterinari privati, tra il Governo e la rete di laboratori nella pianificazione di azioni in caso di emergenze epidemiche.
8. Esplorare opportunità di ricerca a livello internazionaleIl governo del Regno Unito si è impegnato a garantire finanziamenti per i progetti di
Orizzonte 2020. . I veterinari coinvolti in progetti di ricerca dovrebbero mantenere buone comunicazioni con i ricercatori dell'UE e i punti di contatto nazionali di Orizzonte 2020. I ricercatori veterinari dovrebbero anche cercare altre opportunità internazionali e prendere in considerazione l'opportunità di collaborare attraverso la rete scientifica e di innovazione (
SIN) del governo britannico.