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Professioni toscane il 21% Pil ma il pubblico non lo capisce

Professioni toscane il 21% Pil ma il pubblico non lo capisce
Gli iscritti agli Ordini in Toscana "rappresentano il 21% del Pil regionale»: il dato, calcolato dall'Irpet, è evidenziato da Confprofessioni Toscana.
 Il dato è emerso a Firenze, in occasione del convegno sullo statuto del lavoro autonomo e sul disegno di legge per l'equo compenso. Il ddl, ha ricordato Ivo Liserani (foto)Presidente di Confprofessioni Toscana, faceva parte di una prima versione dello statuto, ma quella parte «è stata stralciata perché politicamente non c'erano le condizioni, in quel momento, per poter completare l'opera. In questo momento il disegno di legge è in Commissione lavoro: avere una prospettiva a fine legislatura è molto difficile, ma noi siamo qui anche per stimolare le autorità nazionali alla definizione di questo percorso inerente al ddl».

Sarebbe, secondo il presidente di Confprofessioni, un aiuto significativo specialmente per i giovani professionisti. «Il compenso per le prestazioni - sostiene - non è facilmente determinabile dal grande pubblico, e tantomeno dalle imprese perché non sanno quale sia il lavoro che ci sta dietro. Dunque, non avendo neanche un riferimento neppure minimamente blando, le imprese si trovano in balia di un mercato che è senza regole di fatto, e non capiscono altro parametro che quello del ribasso».

“Ci troviamo in una situazione in cui i redditi medi dei professionisti negli ultimi 10 anni sono calati di quasi il 20% e i giovani stentano a varcare la soglia annua dei 20.000 euro. E’ ormai irrimandabile una soluzione legislativa che sancisca il diritto a un giusto compenso per chi svolge lavoro professionale e intellettuale, riconoscendone la dignità. A cominciare dai contratti con la pubblica amministrazione. Sottolineo l’importanza che le Regioni si facciano carico della crescita professionale dei giovani professionisti fornendo loro ogni tipo di utility”, dice il presidente di Confprofessioni Toscana, Ivo Liserani.