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LANALISI

Do ut des nei nuovi ISA: affidabilità in cambio di premialità

Do ut des nei nuovi ISA: affidabilità in cambio di premialità
I nuovi ISA saranno sul tavolo della SOSE il 14 settembre. Per Confprofessioni, il regime premiale connesso all'affidabilità "è di grande interesse".
Con l’articolo 9-bis del DL 50 del 2017 (cd manovra correttiva) finisce l'era degli studi di settore: saranno sostituiti dagli indici sintetici di affidabilita' fiscale (ISA) con cui l’amministrazione finanziaria andrà a misurare la fedeltà compilativa dei contribuenti. "Nella speranza che tale sistema si riveli meno assillante e invadente di Gerico", il notiziario fiscale di Confprofessioni pubblica una analisi del nuovo metodo.

L'analisi, curata da Lelio Cacciapaglia e Maurizio Tozzi, mette l'accento sul meccanismo 'do ut des' sotteso ai nuovi indici. Sono infatti previsti incentivi consistenti a coloro che, anche correggendosi in sede di dichiarazione, raggiungeranno soglie di affidabilità importanti; di contro, l’attività di controllo si concentrerà soprattutto su coloro che risulteranno molto distanti dai parametri amministrativi. Scompare, invece, qualsiasi meccanismo accertativo automatico, non esistendo valori di congruità da raggiungere necessariamente, mentre viene richiesta solo una fedeltà compilativa da parte degli interessati.

Quali sono i benefici premiali. I vantaggi principali evidenziati nell'articolo sono:
- l'esclusione dell'applicazione della disciplina delle società di comodo;
- l'esclusione degli accertamenti analitici induttivi, ossia basati sulle presunzioni semplici c.d. qualificate, caratterizzate dai requisiti di gravità, precisione e concordanza. Se a ciò si aggiunge che gli accertamenti induttivi puri possono essere effettuati nei casi tassativi previsti dal legislatore, è evidente che residua il solo accertamento analitico, ossia la tipologia di controllo più “faticosa” da parte dell’amministrazione finanziaria, chiamata in questo a caso a dimostrare in maniera precisa che un determinato accadimento rappresenta un maggior ricavo o compenso;
-l'anticipazione di almeno un anno, con graduazione in funzione del livello di affidabilità, dei termini di decadenza per l'attività di accertamento. Pertanto, oltre alle minori possibilità derivanti dalla riduzione delle tecniche di controllo, il fisco avrà anche minor tempo disponibile per completare gli stessi, con l’implicita conseguenza che l’attenzione si concentrerà soprattutto sui soggetti non affidabili, posto che per gli affidabili la strada dell’accertamento diviene troppo tortuosa, in “salita” e con tempistiche ridotte;
-l'esclusione delle persone fisiche dall’applicazione del redditometro, a condizione che il reddito complessivo accertabile non ecceda di due terzi il reddito dichiarato (pertanto scostamento notevole del 66,67%, vale a dire casistiche davvero eclatanti).

Osservano Cacciapaglia e Tozzi: "Ottenere le riduzioni accertative, unitamente alla riduzione della tempistica del controllo ed in considerazione, di contro, dell’attenzione “spostata” sui soggetti meno affidabili, esalta in maniera chiara l’obiettivo di compliance e l’interesse del contribuente ad ottenere, anche mediante adeguamento dichiarativo, i premi previsti dalla legge. Non resta che attendere i futuri provvedimenti e comprendere quali meccanismi applicativi saranno introdotti per le diverse categorie professionali, soprattutto per conoscere gli adeguamenti necessari per raggiungere le agognate affidabilità".

L’avvento dei nuovi indici non sarà immediato per tutti i contribuenti, bensì avverrà con inserimento progressivo e in funzione di appositi provvedimenti, nonché previo vaglio e approvazione della relativa Commissione degli Esperti, che - come già annunciato- si riunirà alla SOSE il 14 settembre. Un primo incontro si è già tenuto all'Agenzia delle Entrate a giugno, all'indomani della manvora correttiva.

Il tramonto degli studi settore e l’alba degli indici di affidabilità