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PUBBLICITA' SANITARIA

Sconti e offerte, il Senato tira dritto e conferma il divieto

Sconti e offerte, il Senato tira dritto e conferma il divieto
Nonostante le obiezioni dell'Antitrust, il Senato conferma le limitazioni alla pubblicità sanitaria: bandito "qualsiasi elemento attrattivo e suggestivo".
Nell'iter di conversione in legge del decreto "Salva Infrazioni", l'Assemblea di Palazzo Madama ha confermato il divieto per gli esercenti le professioni sanitarie di utilizzare formule pubblicitarie che possano indurre l'utenza ad un "ricorso improprio a trattamenti sanitari".  La pubblicità sanitaria deve "garantire il diritto ad una corretta informazione sanitaria", il "rispetto della libera e consapevole determinazione dell'assistito, della dignità della persona e del principio di appropriatezza delle prestazioni sanitarie". Va pertanto "escluso" dalla pubblicità sanitaria "qualsiasi elemento di carattere attrattivo e suggestivo, tra cui comunicazioni contenenti offerte, sconti e promozioni, che possa determinare il ricorso improprio a trattamenti sanitari. ».

Lo prevede l'articolo 6 (Disposizioni in materia di pubblicità nel settore sanitario. Caso NIF 2020/4008) del decreto Salva Infrazioni, approvato dal Senato e ora all'esame della Camera per l'ultimo via libera. Il divieto, in capo agli iscritti agli Ordini delle professioni sanitarie è già vigente dal 14 giugno scorso. Con la conversione in legge del decreto Salva Infrazioni, il divieto - una volta ottenuto il via libera anche della Camera- si affermerà in via permanente come legge dello Stato.

Negli intenti del Legislatore, si tratta di superare una procedura di pre-infrazione europea, rafforzando il diritto ad una comunicazione sanitaria informativa e corretta. Per il Garante della Concorrenza e del Mercato, si tratta di una limitazione della concorrenza che, proprio nella pubblicità, ha la sua maggiore leva. Secondo l'Antitrust, la restrizione introdotta dal legislatore nazionale non è idonea a garantire l'utenza.

In vigore il divieto di sconti, offerte e promozioni


Pubblicità sanitaria, Antitrust: limitazioni "ingiustificate"