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QUESTION TIME

Studio dell’IZSPLV boccia i cibi sintetici

Studio dell’IZSPLV boccia i cibi sintetici

E' un cibo "ultraprocessato" che non elimina il rischio di zoonosi. Lollobrigida ha presentato uno studio italiano sul processo di produzione della carne sintetica.


“Si tratta di un cibo ultraprocessato, con presenza significativa di farmaci e additivi” lo ha dichiarato il ministro del Masaf Francesco Lollogrigida citando, nel corso del Question Time alla Camera, uno studio condotto dalla dottoressa Maria Caramelli, già direttore dell’IZS del Piemonte Liguria Valle d’Aosta e consigliera del Ministero della Salute.

Lo studio avvalora le posizione del Governo che, lo scorso 28 marzo, aveva approvato, con procedura d'urgenza, il disegno di legge che stabilisce il divieto di produzione, somministrazione e distribuzione, per il consumo, di alimenti o mangimi sintetici.

Lo studio - In Assemblea alla Camera, il Ministro ha riportato alcuni passaggi dello studio condotto dall’IZSPLV che descrive il processo di produzione di tali alimenti. In prima fase è previsto il prelievo di cellule muscolari e di fibroblasti dall'animale vivo; per farle crescere, le si alimenta con siero fetale bovino, ormoni e chelanti. Il siero fetale di vitello, indispensabile per la produzione industriale viene estratto "con metodo certamente non indolore per l'animale" ha riportato il ministro. In una fase successiva vengono aggiunti aminoacidi, acidi, grassi, zuccheri, tripsina di maiale, antibiotici e antimicotici per prevenire contaminazioni batteriche e fungine. 

Principio di precauzione – E’ in virtù del principio di precauzione, previsto dal regolamento europeo n. 178 del 2002, che l’Italia ha deciso di imporre il divieto. Infatti, i rischi per la salute sono già stati segnalati nel mondo scientifico. I diversi passaggi del processo produttivo evidenziano, secondo lo studio, possibili contaminazioni batteriche che riprodotte in larga scala, potrebbero ampliarsi in maniera incontrollata. Inoltre, i benefici nella lotta alle zoonosi di questi cibi non sono chiari, perché, chiarisce il ministro, “si tratta di malattie derivanti per la maggior parte da animali selvatici”.