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L'INTERVISTA

Un animale sano e ben curato non rappresenta un rischio

Un animale sano e ben curato non rappresenta un rischio
Nella giornata mondiale sulle zoonosi, esce per "Salute per Tutti" una intervista a Stefano Cusaro sul rapporto con gli animali "non convenzionali" da compagnia.

Durante la pandemia sono aumentati anche i pet non convenzionali? Quali sono gli aspetti sanitari e medico veterinari? E cosa  dice la legge?  Domande a tutto campo alle quali risponde il Presidente della SIVAE, Stefano Cusaro, nell'intervista di "Salute per Tutti", disponibile on line.

"Un animale sano e ben curato non rappresenta un rischio per l’uomo"- spiega Cusaro. "Gli animali non convenzionali regolarmente allevati come animali da compagnia provengono da nascite in cattività, il cui rischio di trasmettere malattie è minimo senza significativi rischi per la convivenza nelle abitazioni. Non a caso, il nuovo regolamento europeo li ammette come animali da compagnia proprio per il loro rischio trascurabile, parificandoli al cane e al gatto"- afferma Cusaro.

In pandemia è aumentata anche la presenza di pet esotici, ma non si tratta di "un nuovo interesse”- afferma il Presidente SIVAE: "La scelta di una specie non convenzionale come pet è una realtà già assodata". Nessuna stravaganza quindi: "La mia esperienza come medico veterinario mi porta ad affermare che non esiste una persona tipo che sia spinta ad adottare un animale non convenzionale- aggiunge Cusaro. "Il denominatore comune è sempre comunque una grande passione, una spinta di conoscenza e il desiderio di accudire al meglio il soggetto che viene adottato".

Dal punto di vista medico veterinario, il Presidente della SIVAE spiega che "le competenze e le conoscenze mediche dei veterinari italiani specializzati in animali non convenzionali sono di altissimo livello e sono in grado di praticare interventi di diagnostica avanzata come ecografie, endoscopie, accurati test di laboratorio, tac e risonanze magnetiche e molto altro a partire da animali di pochi grammi, come per esempio un geco, una piccola tartaruga, un canarino, o un criceto. Anche la clinica e la chirurgia hanno raggiunto un livello molto avanzato".

In Italia la Veterinaria è presente e competente e riesce a garantire informazione, prevenzione, profilassi e cura su tutti gli animali non convenzionali, i quali possono quindi sentirsi tutelati dal punto di vista veterinario.”

Quanto ai divieti, Cusaro ricorda la Convenzione Cites che tutela le specie protette su scala internazionale e che in Italia sono in vigore due leggi particolari:  la n. 150 del 1992 modificata con Decreto Ministeriale del 1996 e il Decreto Legislativo n. 230 del 2018. "La prima vieta la detenzione e crea un elenco dettagliato di tutti gli animali ritenuti pericolosi per l’incolumità dell’uomo; la seconda vieta il commercio e la detenzione e ne crea un elenco di tutte le specie ritenute aliene ed invasive per la biodiversità del nostro territorio".

Il commercio illegale di animali selvatici, invece, "è un altro discorso". È il terzo mercato illegale nel mondo dopo droga e armi- speiga Cusaro. "Questo traffico alimenta il bracconaggio e il prelievo incontrollato di animali anche appartenenti a specie in pericolo, animali che vanno incontro ad un altissimo tasso di mortalità nelle varie fasi della cattura e degli spostamenti. È importante non generalizzare e separare bene ciò che è lecito e illecito regolamentando il primo e condannando aspramente il secondo. Per fare questo l’arma più forte è la conoscenza e l’istruzione e non l’apparenza e la sensibilità individuale"- conclude.