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RICERCA VETERINARIA

Alfort, sondaggio sull'uso dei cani come Covid detector

Alfort, sondaggio sull'uso dei cani come Covid detector
L'École nationale vétérinaire d'Alfort lancia un sondaggio su scala mondiale  per conoscere la percezione del pubblico sull'impiego di cani come "Covid detector".

Questa estate gli aeroporti francesi e i luoghi pubblici più frequentati impiegheranno un migliaio di cani per fiutare la presenza di SARS CoV-2. L'iniziativa, adottata dalle autorità francesi, nasce dalla ricerca veterinaria che da circa un anno sta studiando la capacità dei cani di individuare la presenza del virus, in occasione di grandi eventi pubblici, sui mezzi di trasporto e per l’identificazione rapida di focolai in comunità. La notizia dell'adozione ufficiale del metodo da parte del Ministero della Salute francese è stata diffusa dalla École nationale vétérinaire d'Alfort.

La Scuola francese di veterinaria ha messo a punto un metodo denominato Nosais insieme ad una rete di studiosi di 30 paesi. I cani utilizzati nelle prime fasi delle ricerche, circa una ventina, comprendevano soggetti che non avevano mai ricevuto alcuna forma di addestramento. I risultati, pubblicati lo scorso mese di gennaio, hanno dato una affidabilità del loro  "fiuto" che ha toccato punte del 90%.

In vista dell'impiego ufficiale dei cani dectector, l'École sonda la percezione dell'opinione pubblica per comprendere il grado di accettazione della metodica. Le domande del sondaggio vanno dalla eventuale paura di essere avvicinati dai cani, alla preferenza del luogo (aeroporti, scuole, mezzi pubblici, ecc.). Ai proprietari si chiede anche la disponibilità ad addestrare il proprio cane come Covid detector. La verifica sull'oponione pubblica prelude ad un impiego esteso dei cani come efficaci ausiliari nei pre-test di massa.

Anche in Italia sono state avviate ricerche, come quella del Dipartimento di Medicina Veterinaria di Milano, in collaborazione con l'ospedale Sacco, che prevede l'addestamento dei cani a individuare, attraverso l’olfatto, la presenza di VOCs associati a Covid-19 su campioni biologici ottenuti da pazienti mediante consenso informato.La sperimentazione prosegue sul campo a Lodi: le persone in fila al drive through del Parco Tecnologico Padano di Lodi per effettuare il tampone possono quindi partecipare alla seconda fase della sperimentazione per capire qual è l'affidabilità dell'olfatto degli animali per scoprire il virus.

A chi darà il proprio consenso appena dopo aver eseguito il tampone - spiega , responsabile operazioni del Parco - verrà consegnata una scheda con un questionario anonimo e due tubicini da mettere sotto le ascelle per 15 minuti. Saranno proprio questi campioni, poi, che verranno annusati da cani addestrati di varia razza che potranno segnalare, o meno, la presenza del covid-19. In queste prime ore di sperimentazione - aggiunge Di Giovine - sono state solo una trentina le persone che hanno voluto sottoporsi al test. Speriamo nei prossimi giorni aumentino. Si tratta di progetti che arricchiscono il sapere umano, quindi partecipare è sempre una buona scelta. Si punta a far diventare questi cani affidabili quanto i cani antidroga".


Foto: lejdd.fr

Use Of Canine Olfactory Detection For COVID-19 Testing Study On U.A.E. Trained Detection Dog Sensitivity
https://doi.org/10.1101/2021.01.20.427105

Detection dogs as a help in the detection of COVID-19 Can the dog alert on COVID-19 positive persons by sniffing axillary sweat samples ? Proof-of-concept study
https://doi.org/10.1101/2020.06.03.132134