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GESTIONE CASO SOSPETTO

Lyssavirus, indicazioni per i veterinari liberi professionisti

Lyssavirus, indicazioni per i veterinari liberi professionisti
Il Veterinario libero professionista riveste "un ruolo fondamentale come interlocutore diretto con il cittadino soprattutto per evitare di disseminare panico ingiustificato".

Le indicazioni precauzionali che il Ministero della Salute rivolge ai liberi professionisti sul WCVB (West Caucasian Bat Lyssavirus) fanno in primo luogo leva sul contatto diretto che questi hanno con i cittadini. L'invito preliminare delle Direzioni Generali DGSAF e DGPREV (qui la circolare diffusa oggi) è di concorrere ad evitare allarmismi ingiustificati che possono sfociare in episodi di abbandono degli animali o in "situazioni di persecuzione della fauna selvatica locale".

Fuori casa, cani e gatti sotto controllo - Il Ministero spiega che lo spillover dei Lyssavirus diversi dal virus della rabbia classica dal serbatoio selvatico," è generalmente limitato ad un caso singolo, a cui non fa seguito una trasmissione epidemica negli animali domestici. Tuttavia, considerato che le indagini scientifiche non sono ancora concluse, in via precauzionale il Ministero suggerisce di "tenere cani e gatti sotto controllo quando permangono all'esterno delle abitazioni".

Caso sospetto- Il Ministero della Salute considera "sospetto"  ogni mammifero domestico che presenti determinati sintomi (o che li abbia presentati venendo poi a morte): aggressività insolita/alterazioni del comportamento, alterazione della fonesi, aumento della salivazione, difficoltà respiratoria e della deglutizione, tremori generalizzati, incoordinazione motoria inclusa la paralisi flaccida.
In ambito selvatico- con espressa esclusione dei chirotteri- è da considerare "sospetto" ogni mammifero selvatico che presenti sintomi di aggressività, alterazioni del comportamento, incoordinazione motoria, inclusa paralisi flaccida, riduzione della distanza di fuga, condizioni che lo rendano facilmente catturabile.
Per i chirotteri, nello specifico, si considera "sospetto" il caso di un esemplare morto, morente o con comportamento anomalo e che non si allontana in presenza dell'uomo.

Segnalazione e anamnesi accurata- I Veterinari liberi professionisti dovranno segnalare "ogni sintomatologia riferibile alla definizione di "caso sospetto" al Servizio Veterinario della ASL competente per territorio "in qualunque specie di mammifero". E' richiesta la raccolta di una "anamnesi accurata, indagando anche il livello di supervisione dell'animale da parte dei proprietari e investigando se l'animale abbia graffiato o morsicato persone e/o altri animali nelle due settimane precendenti "ed eventualmente valutare la soppressione dei soggetti che non dimostrino alcun recupero clinico nell'arco di tre giorni".
In presenza di un "caso sospetto", la raccomandazione per il libero professionista è di isolare l'animale e di attendere le indicazioni della ASL a cui è stato segnalato il caso stesso.

Protezione da morsi e graffi- E' "fondamentale" prestare particolare attenzione nella prevenzione di moriscature e graffi "tramite l'utilizzo costante e appropriato dei dispositivi di protezione individuali (DPI). Al riguardo, il Ministero della Salute raccomanda la manipolazione con DPI tali da proteggere da graffi e morsicature e in qualunque caso, compresa la gestione della sedazione. Consigliato, quindi, l'utilizzo doppio dei guanti in lattice o nitrile e della visiera (o occhiali) a protezione delle mucose congiuntivali dai flussi organici.

Decesso del caso sospetto- In caso di morte dell'animale sospetto o di animale sospetto arrivato morto presso la struttura veterinaria, "deve essere richiesto l'intervento del Servizio Veterinario della ASL per l'invio della carcassa in sicurezza all'IZS del territorio. In ogni caso, la carcassa deve essere manipolata solamente tramite l'uso di guanti, inserita in doppio sacchetto disinfettato esternamente con soluzione di ipoclorito di sodio al 2% inserito in un contenitore a tenuta e deve essere  garantito l'invio in biosicurezza all'IZS competente per il territorio. Se ritenuto necessario dalla tipologia di operazioni, va preso in considerazione anche l'utilizzo di guanti antitaglio.

Gestione di chirotteri - Al libero professionista che si occupi anche di fauna selvatica, il Ministero della Salute  raccomanda "la massima cautela con tutti i mammiferi selvatici, con particolare riferimeno ai chirotteri e ai carnivori. In questo contesto- scrivono le Direzioni generali- il Veterinario "è tenuto a prendere in prima persona le decisioni relative al ricovero alla manipolazione e al trattamento dei chirotteri. Ogni carcassa di chirottero-  infine- deve essere conferita all'IZS competente per territorio.


Lyssavirus: precauzioni generali fino a nuove evidenze