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SICUREZZA SUL LAVORO

Rischio biologico in un ambulatorio veterinario

Rischio biologico in un ambulatorio veterinario
Dai graffi alle zoonosi: il Servizio di Prevenzione e Protezione dell’ ASL di Viterbo ha pubblicato una scheda sul rischio biologico in un ambulatorio veterinario.


Una scheda per migliorare la prevenzione del rischio biologico nell'ambulatorio veterinario. L'hanno redatta Sandro Capocecera e Claudio Celestini per la ASl di Viterbo e la rilancia  il notiziario Punto Sicuro, specializzato in sicurezza sul lavoro.Il Decreto legislativo 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza del Lavoro impone al Datore di lavoro di valutare il rischio derivante dall’esposizione ad agenti biologici, nonché di adottare tutte le misure tecniche, organizzative e procedurali, per evitare l’esposizione dei lavoratori.

La scheda della ASL di Viterbo presenta i rischi biologici individuati all’interno dell’ambulatorio veterinario della AUSL Viterbo (“un ambulatorio veterinario utilizzato per visite cliniche ed attività chirurgiche relativamente ai cani e ai gatti”) e le procedure individuate per gli operatori addetti, in presenza di soggetti (animali) "contraddistinti da reazioni difficilmente prevedibili”. Le procedure di controllo  per ridurre il rischio di contrarre malattie infettive “non sempre eliminano il rischio derivante da un evento accidentale (puntura, taglio, schizzo, urina, sangue, feci, presenza di parassiti trasmettitori di zoonosi, allergie, etc), eventi molto spesso imputabili all’organizzazione del lavoro, rapidità di esecuzione, spazi non idonei, affollamento di animali, etc”.

Pur non essendo tutti gli operatori esposti ad un rischio biologico diretto la scheda consiglia l’adozione delle misure precauzionali previste dalla normativa. E “quando le misure di controllo non sono sufficienti a ridurre il rischio è necessario progettare adeguatamente i processi operativi modificando, se necessario, l’organizzazione del lavoro”.

La scheda descrive ulteriormente le azioni e presenta una valutazione dei rischi relativa a ciascuna fase indicando il tipo di esposizione e le misure di prevenzione e protezione correlate:

Fase 1: Accettazione animale – nessuna esposizione (“non è previsto contatto con l’animale”);
Fase 2: Visita – “esposizione a infezioni ed infestazioni, lesioni cutanee e percutanee (graffi, morsi…): Guanti di protezione da agenti biologici, quando possibile dispositivi di contenimento (es. museruola, etc), camice monouso di tipo chirurgico, soprascarpe monouso”.
Fase 3: Pre-anestesia e anestesia - esposizione a infezioni ed infestazioni, lesioni cutanee e percutanee (graffi, morsi…), rischio punture da ago, esposizione mucosa: Occhiali a mascherina o visiera, guanti, camice monouso di tipo chirurgico, soprascarpe monouso.
Fase 4: Intervento chirurgico - esposizione cutanea, percutanea e mucosa: Occhiali a mascherina o visiera, guanti, camice monouso di tipo chirurgico, soprascarpe monouso.
Fase 5: Pulizia e sanificazione (tra un intervento e l’altro e finale) - esposizione cutanea e percutanea: Guanti, camice.

La valutazione dei rischi sarà trattata durante il prossimo aggiornamento sulla sicurezza del lavoro, curato per ANMVI da Carlo Pizzirani al congresso SCIVAC di Rimini, domenica 24 maggio. L'edizione 2020 dell'intero percorso sull'applicazione nelle strutture veterinarie del Decreto 81/2008 (RSPP, Antincendio, Primo Soccorso) si terrà a Cremona da 5 all' 8 novembre.

Rischio biologico nell’ambulatorio veterinario, ASl Viterbo