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ANTIBIOTICO-RESISTENZA

AISA: il settore veterinario sta facendo la sua parte

AISA: il settore veterinario sta facendo la sua parte
Non demonizzare il farmaco veterinario, ma salvaguardarlo attraverso un utilizzo  mirato e sostenere la ricerca farmaceutica. E' il messaggio di AISA oggi a CremonaFiere.

La ricetta veterinaria elettronica, che l'Italia è il primo Paese europeo ad introdurre, è "un tassello importante per un utilizzo responsabile dei farmaci e per la sicurezza alimentare". Per AISA- a convegno a CremonaFiere questa mattina- la ricetta elettronica obbligatoria dal 1 gennaio 2019- "consentirà un controllo pressoché totale sull’andamento della produzione, della vendita, della distribuzione e dell’effettivo utilizzo dei medicinali".

Tracciabilità elettronica, antibioticoresistenza e classificazione degli allevamenti in base al rischio sono stati gli argomenti forti del convegno “Uomo ed animali, un’unica salute” organizzato all'Associazione delle aziende farmaceutiche del settore veterinario (il 95% della farmaceutica veterinaria nazionale).

“Oltre alla possibilità di una tracciabilità completa del farmaco - fa notare Arianna Bolla, Presidente di AISA - avremo completa disponibilità di informazione sull’uso antibiotico, compreso il consumo per specie animale: particolare non da poco, perché a partire dalle caratteristiche del consumo per specie si potranno avviare maggiori controlli, più mirati, ma soprattutto maggiore formazione agli allevatori e ai veterinari. Tutte misure per allevare animali più sani”.

Il Direttore Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari (DGSAF), Silvio Borrello, ha messo l'accento sulle innovazioni italiane -tracciabilità digitale dei farmaci veterinari e ClassyFarm- per andare oltre i dati delle vendite, passare a quelli dei consumi reali "e mettere fine a tante chiacchiere". Il riferimento è alle libere interpretazioni sui dati ESVAC, che come rilevato anche dai Veterinari in sala- non offrono parametri omogenei e ragionati tra Paesi che allevano e producono a latitudini molto diverse. D'altra parte, è la stessa EMA a raccomandare sempre di utilizzare i rapporti ESVAC "con cautela", date le differenze nazionali, a partire da una diversa consistenza delle popolazioni animali allevate.

In base alle rilevazioni del Ministero della Salute la vendita dei medicinali veterinari contenenti agenti antimicrobici ha registrato una diminuzione delle vendite totali nel 2016, pari all’8,4% rispetto al 2015: "una riduzione ancor più significativa- osserva AISA-  se si considera il calo del 30% dal 2010. La diminuzione è associata ad un importante calo della classe delle polimixine - 42% rispetto al 2015. Altri cali significativi riguardano le classi identificate dalla World Health Organization (WHO) come Critically Important Antimicrobials – Antimicrobici di importanza critica (CIA), ovvero chinoloni, - 26%, fluorochinoloni -20% e cefalosporine di 3ͣ e ͣ4 generazione, -4%. Si riscontra, infine, una contrazione dell’8% anche per le forme farmaceutiche autorizzate, come premiscele, polvere e soluzioni orali, impiegate principalmente per i trattamenti di gruppo.

Forte e chiaro il messaggio di Nicola Bertinelli, Presidente Consorzio Parmigiano Reggiano, che ha parlato di uno spostamento dei valori nei consumatori: che il prodotto sia "buono" è il terzo requisito in scala di rilevanza, dopo valori etici che associano la qualità e la sicurezza del prodotto al benessere animale. Concorde Franca Braga di Altroconsumo: " Chi acquista non è interessato solo al prodotto finale, ma vuole anche sapere che storia ha dietro di sè".
In questo senso,  "Classyfarm è uno strumento che a noi serve- ha aggiunto Bertinelli- sottolineando che un Consorzio che rappresenta "un emblema italiano di premiumness" non può restare indifferente al passaggio culturale "copernicano" in atto e che su questi temi "deve giocare d'anticipo". Infatti, la categorizzazione degli allevamenti in base al rischio, attraverso il sistema Classyfarm, agisce sul controllo ufficiale, ma anche sulla certificazione.

"Noi veterinari liberi professionisti siamo fra l'incudine e il martello"- ha esordito il Presidente della SIVAR Daniele Gallo. "Ci sentiamo sotto la lente d'ingrandimento, perchè l'animale che un tempo eravamo chiamati a curare, non è più un capo singolo, ma è parte di un sistema". Ma di fronte al dato, l'allevatore trova la spinta per apportare migliorie al proprio allevamento- ha aggiunto Gallo, testimoniando esempi di applicazione pratica del software DDD (Defined Daily Dose) realizzato dalla SIVAR.

Dati elettronicamente elaborati permettono analisi che la ricetta veterinaria cartacea non consentiva, ha spiegato Carlo Rusconi (ATS Val Padana) che ha portato l'esperienza di 200 allevamenti che hanno già adottato la tracciabilità completa, anche del registro dei trattamenti, e che "dopo le reticenze iniziali, sono soddisfatti dei risultati".

Da un lato, ci sono le istituzioni e i soggetti di filiera che rivendicano l'impegno verso l'evidenza del dato oggettivo e dall'altro una opinione pubblica che non sempre è in grado di distinguere fra rischio percepito e rischio reale. Informare proattivamente è "necessario anche se molto difficile- ha spiegato Franca Braga, perchè concetti come antibioresistenza sono complessi da spiegare e di per sè non fanno notizia". Eppure, l'Italia è un Paese capace di virtuosismi, come dimostrano i rapporti sui residui e la sua "altissima sicurezza alimentare"- ha aggiunto la rappresentante di Altroconsumo.

“Il problema non è il residuo, come erroneamente si ritiene, ma l’antibiotico resistenza”, secondo Arianna Bolla. “Il timore del residuo è frutto della disinformazione, perché ogni farmaco, in medicina veterinaria, viene registrato effettuando studi sui tempi di attesa o sospensione". I batteri resistenti più pericolosi "non arrivano dalla veterinaria"- ha dichiarato la Presidente di AISA. Andrebbe considerato il quadro nel suo complesso, "cioè non solo l’utilizzo sugli animali, ma anche il consumo della popolazione. In questo senso ci sono direttive che allo stesso modo spingono verso una limitazione dell’utilizzo. Il settore veterinario, comunque, sta facendo la sua parte".

L'invito finale di AISA è di "guardare avanti" e di cogliere l'occasione del nuovo Regolamento europeo sui medicinali veterinari- in corso di approvazione al Parlamento Europeo- e di stimolare la ricerca dell'Industria farmaceutica, "di sfidarla" a produrre nuovi antibiotici. Un allungamento della durata di protezione dei "patent" (brevetti) potrebbe essere un modo per "mettere l'Industria alla prova", secondo AISA, che invita a considerare il nuovo quadro regolatorio europeo anche in quesa direzione.

Nella foto: Daniele Gallo (Presidente SIVAR), Arianna Bolla (Presidente AISA), Silvio Borrello (Direttore Generale DGSAF) e Franca Braga (Altroconsumo)