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PROPOSTA MIPAAF

Alla zootecnia il 55% degli aiuti accoppiati. Scontro fra le Regioni

Alla zootecnia il 55% degli aiuti accoppiati. Scontro fra le Regioni
Il Ministro Martina ha presentato un'ipotesi di riparto dei cosiddetti aiuti "accoppiati", in attuazione della nuova PAC.
Secondo la proposta del Titolare delle Politiche Agricole, circà la metà degli aiuti "accoppiati" (cioè legati alla produzione) andrebbe alla zootecnia. Un congruo riparto- a favore di vacche da latte, vacche al di sopra di 24 mesi e capi bovini macellati- che potrebbero accedere ad aiuti supplementari per un valore di 309 milioni circa di euro, sul massimale nazionale possibile di 570 milioni (il resto del massimale andrebbe agli agricoltori di soia, riso e olio). Troppo, secondo gli agricoltori di altri settori (come l'olivicoltura) e gli assessorati delle regioni meridionali a vocazione agricola: "Quella modalità di assegnare il 55% dell'accoppiato alla zootecnia da latte e da carne- dichiara il senatore pugliese Dario Stefano-  vuol dire, se non fosse ancora chiaro, sottrarre risorse all'agricoltura a tutto vantaggio dell'industria della macellazione e della trasformazione. Settori sicuramente importanti per alcune aree del Paese, che danno occupazione ma che non è giusto sostenere con i fondi destinati agli agricoltori".

Le misure accoppiate- per quanto attiene alla zootecnica-  sono concesse, nell'ambito del sostegno per il miglioramento della qualità dei seguenti settori: latte, carne bovina (macellazione - e vacche nutrici) e  ovicaprini. Il pagamento viene corrisposto per ogni capo che rientra nelle casistiche ammesse all'aiuto e a valle di tutti i controlli amministrativi che ARPEA, BDN e i Servizi Sanitari effettuano sulle stalle.

Per ora la proposta di riparto del Ministro Martina non si è rivelata una buona base per il confronto con le Regioni e con le organizzazioni di categoria, in vista di una accordo che si annuncia difficile e che con tutta probabilità si trascinerà fino a giugno, anzichè tagliare il traguardo previsto a maggio. Il primo incontro, infatti, degli assessori regionali all'agricoltura, riuniti per discutere l'ipotesi del Mipaaf sulla ripartizione del primo pilastro della PAC non ha avuto esito positivo. Alla riunione, coordinata dall'assessore all'agricoltura della Puglia Fabrizio Nardoni, e alla quale hanno preso parte quasi tutti gli assessori, ha partecipato anche Giuseppe Blasi del Mipaaf che ha presentato la proposta del ministero. Ciascun assessore punta ad inserire tra gli aiuti accoppiati il prodotto che ritiene strategico per la propria regione. Se l'assessore all'Emilia Romagna Tiberio Rabboni chiede di includere il pomodoro da industria, Franco Manzato, del Veneto, spinge per una percentuale a favore della zootecnia non inferiore al 70% del budget disponibile, altrimenti – ha affermato – "é come dire che il comparto zootecnico non é importante per l'Italia". "Alcuni dei nostri concorrenti, come la Francia, su questo tema hanno compiuto una scelta strategica decidendo di destinare quasi l'80% delle risorse", ha spiegato Manzato.

In base alla nuova PAC 2014-2020 (Politica Agricola Comunitaria) l'aiuto accoppiato è una misura destinata a determinati settori strategici in crisi. I pagamenti diretti arriveranno, per lo più, in regime di "disaccoppiamento" (cosiddetto regime di pagamento unico); questo nuovo regime di aiuto non è più legato alla reale produzione nei vari settori produttivi (seminativi, allevamenti, ecc.), bensì alla superficie aziendale complessivamente destinata ad attività agricola, per la quale deve essere garantito il mantenimento delle buone condizioni agronomiche e ambientali, dei criteri di condizionalità in materia di sanità pubblica, salute delle piante, benessere degli animali ed il rispetto dell'ambiente, dettati dalla Commissione europea.