Vendite on line da una "struttura fantasma". In Tribunale il veterinario e la proprietaria polacca.
Le imputazioni sono di falso ideologico ed esercizio abusivo della professione. Secondo le contestazioni della Procura, il veterinario fatturava registrazioni in anagrafe canina in realtà mai eseguite. La parcella veniva presentata a chi comperava l'animale.
L'indagine è partita nel 2009 su iniziativa della Guardia Forestale, dopo la morte di un cucciolo causata da una infezione. Allora vennero sequestrati 109 cuccioli, labrador, cocker, San Bernardo, barboncini e maltesi, in gran parte importati illegalmente dalla Polonia. L'attività di vendita seguiva la strada degli annunci via Internet.
La struttura, nella vallata del Ticino, era in realtà un "canile fantasma", privo di autorizzazioni sanitarie e comunali. In Tribunale sono stati ascoltati, oltre al professionista e alla proprietaria, anche alcuni acquirenti raggiunti on line. Per il consulente della difesa, microchip e vaccini erano regolari.
La prossima udienza si terrà ad ottobre del 2014.
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