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RISARCIMENTO DI 30MILA EURO

Ucciso dai cani, relazione del Centro di Veterinaria Forense

Ucciso dai cani, relazione del Centro di Veterinaria Forense
Furono almeno sette i cani che aggredirono a morte un pensionato il 3 marzo dell'anno scorso a Muggiano, periferia di Milano.
A guidare l'attacco, quella sera, furono tre maschi e quattro femmine, tutti imparentati fra loro. Le indagini aprono la strada all'ipotesi che si trattasse di una famiglia di cani e che avessero un proprietario. Lo scrive oggi il Corriere della Sera, sulla base della relazione del Centro di Referenza per la Medicina Forense Veterinaria dell'IZS di Lazio e Toscana, diretto da Rosario Fico. " Siamo riusciti a ricostruire la scena del crimine- speiga Fico- applicando tecnicne già utilizzate nella Csi (Crime Scene Investigation) umana".

L'analisi del Dna - eseguita dalla genetista Rita Lorenzini del Centro di Referenza- ha messo a confronto i campioni di sangue prelevati ai cani - catturati e rinchiusi nel canile sanitario della Asl- con le tracce di saliva presenti sui vestiti della vittima, un pensionato di 74 anni che passeggiava nella zona di Muggiano, periferia milanese.

E' stata la direzione del dipartimento veterinario della Asl di Milano- riferisce il CorSera- a chiedere l'intervento degli esperti di Csi veterinaria. Dopo la tragedia, diversi cani furono catturati e altri, quattro cuccioli, consegnati agli abitanti dei campi rom attendati nella zona, altri ancora avvistati dai residenti, ma sfuggiti alla cattura e mai più  ritrovati. Senza questa perizia, però, sarebbe stato impossibile il reale nesso tra vittima e aggressori e avere la certezza che i cani portati al canile erano sicuramente tra gli autori dell'aggressione. Oggi quei cani, dopo analisi comportamentale, sono stati dati in adozione.

Spiega Rosario Fico al Corriere della Sera: " I casi di aggressione da parte di branchi ai danni di persone, in Italia, negli ultimi anni sono stati numerosi. Spesso si punta il dito contro uno o pèiù cani, ma non si è mai riusciti ad individuare il vero colpevole. Nel caso di Scicli, dove nel 2009 la vittima fu un bambino, a processo sono finiti il Sindaco e il proprietario di un cane che spesso era stato visto girare libero. Ma è noto che i cani liberi e randagi possono muoversi in branco e per quanto siano docili e mansueti, in contesti eccezionali e in presenza di qualcosa che interagisce in modo negativo, stimolando il loro istinto predatorio, si comportano come i lupi".
Anche nel caso del camionista di Livorno ucciso dal branco, aggiunge Fico, "mancò il rilievo oggettivo, c'erano solo testimonianze vaghe".  Il Dna risulta dunque fondamentale per ricostruire la dinamica e individuare i cani aggressori.

Asl e Comune intanto, chiamati in causa dai familiari del pensionato morto a Milano, hanno versato un risarcimento di 30 mila euro. Secondo l'accusa, la presenza di cani randagi era stata segnalata nella periferia Nord Ovest di Milano e "i controlli erano stati inefficaci".