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ARTICOLO 14

Sperimentazione, l’Italia è a rischio di infrazione?

Sperimentazione, l’Italia è a rischio di infrazione?
Recepimento corretto? Il Ministro delle Politiche Comunitarie non esclude procedure se la Direttiva sarà recepita "all'italiana".  Parlamento sovrano anche nell'assumersene la responsabilità.


L'articolo 14 sul recepimento della Direttiva 2010/63 (protezione degli animali utilizzati a fini scientifici) è al centro della discussione in 14 Commissione, al Senato. Durante la seduta del 9 maggio è intervenuto il Ministro per gli affari europei Moavero Milanesi. Al centro del dibattito, la circostanza che sull'articolo 14 la Camera dei Deputati, in XII Commissione Affari Sociali, ha introdotto consistenti modifiche, aggiuntive rispetto al testo originario della Direttiva.

La Sen Marinaro ha sottolineato che "esiste un dato imprescindibile, rappresentato dall'articolo 2 della direttiva in questione, il quale prescrive, in maniera non contraddittoria, l'impossibilità di introdurre, dopo il 9 novembre 2010, negli ordinamenti nazionali, una normativa in tema di sperimentazione animale che sia più rigorosa di quella stabilita dalla direttiva stessa". La qualcosa si è verificata proprio sull'articolo 14, ragione per cui "il legislatore rappresentato da questo ramo del Parlamento – ha aggiunto la senatrice"- diventerebbe responsabile di una inadempienza al diritto dell'Unione europea".

La senatrice Silvana Amati , "nel condannare ogni forma scorretta di provocazione e propaganda messa in atto fuori dalle aule del Parlamento", rileva come l'enunciato di cui all'articolo 14 rappresenti già un punto di mediazione, raggiunto all'unanimità in seno alla Camera dei deputati, che, inoltre, applica in maniera soddisfacente la relativa direttiva europea".

Di parere diverso il senatore Del  Vecchio: "Qualora si dovesse pervenire all'adozione dell'articolo 14, così come licenziato dalla Camera dei deputati - formulazione che comporta delle sostanziali modifiche, occorre riconoscerlo, rispetto ai contenuti della direttiva - si arriverà, inevitabilmente, ad una diversa regolamentazione che non potrà che nuocere agli interessi dell'Italia". A parere del Sen Del Vecchio, "non risulta che l'altro ramo del Parlamento abbia proceduto, prima dell'approvazione dell'articolo, ad un ponderato approfondimento, ad esempio, delle conseguenze negative per lo sviluppo della ricerca nel Paese, a seguito di un recepimento "ultra vires" della mentovata direttiva".

Per la senatrice Adamo "non sembra sia ancora entrato nella cultura politica del Parlamento italiano il dato rappresentato da una legislazione europea che si integra con quella interna.
Per molti aspetti, ciò è avvalorato, come rilevato da altri Senatori, da un lato, dall'applicazione di criteri di ammissibilità delle proposte emendative molto più flessibili presso la Camera dei deputati, dall'altro, da un andamento molto amplificato, da parte dei media, della trattazione relativa all'articolo 14".

La senatrice Marinaro ha invitato a "riflettere sulla missione dello strumento legislativo denominato "legge comunitaria" in quanto, anche se da presupposti politici diversi, sono il frutto di valutazioni del tutto estranee alla ratio tipica di questo strumento, e, in gran parte, conseguenza di un approccio non rigoroso nella disamina di ammissibilità degli emendamenti, diversamente da quanto avviene, ad esempio, in Senato, dove si è sempre cercato di circoscrivere, in maniera restrittiva, l'oggetto proprio di tale disegno di legge".

Insomma, i senatori sono del parere che, relativamente all'articolo 14, "urge, dal versante dell'Esecutivo, l'indicazione di una posizione netta che chiarisca la necessità di confermare oppure smentire l'accordo raggiunto presso la Camera dei deputati".

Con riferimento particolare alla dizione "misure nazionali più rigorose", cosa ne pensa il Ministro degli Affari Europei?

Il ministro Milanesi I ha sottolineato " come, effettivamente, il disegno di legge comunitaria 2011 abbia registrato un iter accidentato, in ragione di problemi spinosi". Circa l'articolo 14, egli osserva che, in sede di esame alla Camera dei deputati, esso è stato a lungo discusso e "soppesato" dai deputati, al punto da rappresentare una classica norma di compromesso, cui il Governo ha accordato la propria condivisione, secondo lo spirito costruttivo di comporre le diverse sensibilità emerse in tema di sperimentazione animale".

Venendo alla questione specifica dell'interpretazione dell'articolo 2 della direttiva, il Rappresentante del Governo ha rilevato che l'assunzione di un significato autentico della norma in parola può spettare solo agli organi preposti dell'Unione europea, ma " è in grado di affermare che la suddetta disposizione rende possibile una procedura di infrazione in capo all'Italia".

In ogni caso, il Ministro ritiene opportuno che "il Parlamento, in rispetto delle sue prerogative di autonomia, mantenga un proprio margine di apprezzamento circa le condizioni che potrebbero essere suscettibili di sfociare in un possibile status di infrazione nei confronti dell'Unione". La senatrice Marinaro ha  aggiunto che " il Senato sarà chiamato ad approvare la possibilità di una infrazione europea".

Il ministro nel ribadire che "nessuno può rispondere con certezza al quesito concernente la compatibilità dell'articolo 14 con l'articolo 2 della direttiva, non può esimersi, al contempo, dal rilevare che quest'ultimo potrebbe assumere un valore dirimente, nel senso che, qualora venissero introdotte disposizioni più restrittive, si potrebbe concretare la possibilità - ma, tiene a ribadire, non la sicurezza - di incappare in un procedimento sanzionatorio per il paese".

Nella stessa seduta è intervenuto il Sottosegretario Adolfo Elio Cardinale che ha portato l'orientamento del Ministero della Salute.

La scadenza degli emendamenti sull'articolo 14 è stata rinviata al 16 maggio.

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