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VETERINARIO AZIENDALE, C’E’ANCORA CHI NON CAPISCE

VETERINARIO AZIENDALE, C’E’ANCORA CHI NON CAPISCE
"Parte della medicina pubblica e dell'associazionismo non ha ancora capito nè la definizione nè il ruolo nè l'urgenza" del veterinario aziendale in zootecnia. In sua mancanza non si vince la sfida del mercato. Intervento della FNOVI ad un convegno lombardo sul farmaco veterinario.

 

Lo scrive la FNOVI nel report riguardante un convegno sul farmaco veterinario che si è svolto, la scorsa settimana a Melegnano, e che ha visto anche la partecipazione di rappresentanti ministeriali fra i relatori.

In quella sede, la FNOVI ha ribadito il convincimento che "non si vince la sfida di un mercato degli alimenti di origine animale in perenne ribasso, se non sul piano della concorrenza in termini di qualità e di salubrità degli alimenti, piano che oggi non può più prescindere dalla figura del veterinario aziendale sia per la rete di epidemiosorveglianza che di tracciabilità degli alimenti che di classificazione del rischio delle aziende".

Nel riproporre il punto di vista sulla revisione normativa del farmaco veterinario, la FNOVI ha richiamato il ruolo degli Ordini alla vigilanza dell'operato veterinario ai fini della tutela della società, sottolineando tuttavia "come questa vigilanza sia dovuta anche in merito al controllo dell'idoneità degli strumenti di lavoro dei veterinari". Non sono in discussione gli obbiettivi della legge sul farmaco, ma lo strumento legge "deve essere migliorato per consentire ai veterinari di raggiungere quegli obiettivi che competono alla loro professionalità".

Ricordato dalla FNOVI in quella stessa sede,anche l'annoso problema della normativa sui mangimi medicati che vede l'Italia fanalino di coda nell'utilizzo di questo strumento di medicazione causa un errore di traduzione della direttiva che limita l'uso di più premiscele medicate in un mangime solo in Italia mentre in tutta Europa è consentito senza bisogno di allungare i Tempi di sospensione per l'invio al macello.