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AFFARI SOCIALI

Traffico di pets, Faraone: più supporto internazionale

Traffico di pets, Faraone: più supporto internazionale
L'Italia, dove il traffico di animali da compagnia è un reato, si è data strumenti di intervento. Controlli alle dogane? Nell'Unione non esistono. Per combattere il traffico il Ministero della Salute chiede misure più incisive all'Europa come l'anagrafe unica. Responsabile è il Paese di partenza.

Dopo il caso dei 121 cuccioli trovati lo scorso novembre dalla polizia stradale di Venezia su un furgone con targa slovacca, l'On Beatrice Brignone (Gruppo Misto) ha rivolto una interrogazione al Ministero della Salute. L'atto ispettivo, a cui ha risposto ieri il Sottosegretario Davide Faraone, chiedeva di "rafforzare i controlli doganali" e soluzioni per  porre fine agli interminabili trasporti illegali di animali di compagnia in Italia.

Controlli doganali, UE e Paesi Terzi- Dal 2004, diversi paesi dell'Europa dell'Est, fra i quali la Slovacchia e Ungheria, sono entrati nell'Unione europea e di conseguenza i controlli doganali e veterinari sugli animali provenienti da quei Paesi e destinati a Stati Membri "sono stati aboliti, nel rispetto del mercato interno dell'Unione europea". Precisando che i controlli veterinari presso le dogane sono invece applicati per le importazioni degli animali dai paesi terzi dell'Europa dell'Est, quali Bielorussia, Ucraina, ecc.. il Sottosegretario ha aggiunto che i controlli, in questo caso, sono effettuati, per quanto concerne le movimentazioni via terra, presso i punti doganali degli stati dell'Unione europea confinanti con tali paesi terzi.

Responsabilità dei Paesi di partenza- "Non si può non rilevare, inoltre, che, proprio in relazione all'abolizione dei controlli doganali tra tutti i paesi dell'Ue, e ferme restando l'importanza e la necessità degli interventi posti in essere dall'Italia, le azioni atte a contrastare il traffico illegale dovrebbero essere attuate soprattutto dalle autorità competenti dei Paesi membri, dai quali sono trasportati i cuccioli: si rileva, infatti, come la normativa dell'Unione europea assegni «in primis» ai Paesi dai quali sono movimentati gli animali la responsabilità di assicurare che gli stessi siano conformi alla normativa dell'Unione europea".

Anagrafe unica europea- Il Ministero della salute sostiene in ambito Ue l'esigenza di una maggiore incisività e di un maggior supporto internazionale, attraverso l'armonizzazione della normativa dell'Unione europea in materia di sistemi di identificazione e registrazione degli animali da compagnia.
"Tutti i Paesi - ha sostenuto Faraone- dovrebbero avere un'anagrafe dei cani, riconosciuta dall'autorità competente e interconnessa ad una Banca Dati Centralizzata a livello europeo, tale da consentire una efficiente e rapida rintracciabilità di tutti gli animali d'affezione. Le informazioni contenute nella suddetta anagrafe dovrebbero riguardare, per ogni microchip inserito, i dati identificativi dell'animale e del proprietario per una immediata rintracciabilità, ma anche informazioni di tipo sanitario, per garantire e prevenire eventuali rischi sanitari e istituire un appropriato sistema di sorveglianza epidemiologica".
Al riguardo il Parlamento europeo ha adottato una risoluzione sull'introduzione di un meccanismo di condivisione a livello dell'Ue dei dati sulla registrazione di cani e gatti. "Ciò si configura - ha aggiunto- come un primo importante passo in avanti per l'istituzione di un'anagrafe unica europea che permetterà in futuro di tracciare tutti gli animali nell'Unione europea, fornendo un prezioso e concreto strumento di contrasto al traffico illegale di cuccioli".
Nel 2013, alla prima conferenza europea dedicata agli animali da compagnia, il Ministero della Salute ha ufficializzato la richiesta di una anagrafe unica centralizzata.

In Italia è un reato- I traffici illegali di cuccioli in Italia sono un reato penale ai sensi della legge 4 novembre 2010, n. 201 «Ratifica ed esecuzione della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia". I controlli sulle strade, come dimostra il caso citato dall'On Brignone che ha visto l'intervento della Polizia Stradale, sono stati rafforzati dal Protocollo d'intesa siglato nel 2011 tra il Ministero dell'Interno – Dipartimento della pubblica sicurezza e il Ministero della salute – Direzione Generale della sanità animale e dei farmaci veterinari

Vaccinazione antirabbica- La normativa dell'Unione europea, concernente la disciplina della movimentazione internazionale dei cani e dei gatti, sia non commerciale che commerciale, concede a ciascun Paese membro la possibilità di poter accettare in deroga, a determinate condizioni, l'introduzione nel proprio territorio di cuccioli di età inferiore alle 12 settimane di vita non vaccinati per la rabbia. Farone ha ricordato che "il Ministero della salute, come comunicato alla Commissione Ue e ai Paesi membri, non si avvale della deroga succitata, considerati sia il rischio connesso alle movimentazioni di cuccioli non vaccinati sia gli aspetti inerenti alla tutela del benessere e della salute degli animali movimentati".



Interrogazione a risposta in commissione On Beatrice Brignone
Risposta del Sottosegretario Faraone in Commissione Affari Sociali