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ARCHIVIAZIONE SENZA REATO

Procuratore: Caso Daniza è ‘indicazione per il futuro’

Procuratore: Caso Daniza è ‘indicazione per il futuro’
La Procura della Repubblica di Trento ha archiviato la denuncia contro la Provincia di Trento a seguito della morte dell'orsa Daniza. "Gestione impropria", ma non c'è reato. Il Procuratore Amato sulla linea del MinAmbiente: il caso Daniza sia "indicazione utile per il futuro".
Secondo la Procura di Trento sono state seguite le direttive del Piano d´Azione Interregionale per la conservazione dell´Orso bruno nelle Alpi centro-orientali (PACOBACE) in merito alla cattura di orsi problematici e quindi non è stato ravvisato alcun reato.

Il Procuratore Giuseppe Amato ha ritenuto non applicabile l´art.727 bis c.p. sul presupposto che la morte si sarebbe verificata come conseguenza di un´attività autorizzata, benchè il Procuratore non abbia escluso una gestione non adeguata della crisi subita dal plantigrado durante le fasi della cattura e di somministrazione di una miscela di sedativo composta da Zoletil e Medetomidina. La morte di Daniza, dall´analisi degli esami autoptici, sarebbe "attribuibile all´impropria gestione della compromissione cardiocircolatoria determinata dall´iniezione". "Il problema è insorto - scrive il procuratore Amato citando le conclusioni dei consulenti - per la non adeguata capacità del veterinario di contrastare in modo efficace la complicanza della narcosi, sostanziatasi nella ipossiemia indotta dalla medetomidina".

Ma nelle motivazioni di richiesta di archiviazione, il procuratore Amato ritiene che non ci sia reato in quanto non vi era dolo o intenzionalità, per cui non sarebbe stato configurabile né il reato di uccisione di animali (544 bis) né il reato di uccisioni di specie selvatiche protette (727 bis). In mancanza di rilevanza penale, il procuratore Amato vede in questo episodio "un'indicazione utile per il futuro: sarà la competente autorità amministrativa a dettare le opportune indicazioni".

Dopo i primi accertamenti dell'Izs di Trento, l'autopsia è stata eseguita al Centro di Referenza per la medicina forense veterinaria del ministero della Salute, presso l'IZS di Lazio e Toscana.Nel 2007, proprio in seguito all'ennesima morte per avvelenamento di 2 esemplari di orso bruno marsicano, specie a rischio di estinzione, e di altri selvati ci protetti, le Regioni Lazio e Toscana decisero, sulla base delle solide competenze  maturate negli anni di richiedere  la creazione di un'Unità specialisti ca di Medicina Forense Veterinaria con sede presso la Sezione di Grosseto, al fine di concentrare tutte le competenze specialistiche presenti sotto un unico coordinamento. Questa Unità specialistica è diventata rapidamente un punto di riferimento nazionale, sia per l'erogazione di servizi diagnosti ci forensi, sia per la formazione di personale di altri Istituti Zooprofilattici e di organi di Polizia Giudiziaria. Il Ministero della Salute ne ha fatto uno specifico Centro di Referenza Nazionale, riconosciuto con decreto del 18 giugno 2009.



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