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INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Daniza: ecco come si è svolta la cattura con anestetico

Daniza: ecco come si è svolta la cattura con anestetico
Il Sottosegretario Degani ha risposto in Commissione Ambiente. Ecco i fatti, benchè sul decesso non ci sia una "informata ed esaustiva valutazione dell'accaduto". Utilizzata medetomidina in associazione a tiletamina/zolazepam. La squadra di cattura era formata da 4 operatori e 1 veterinario. Evidente fin da subito una "grave compromissione della funzionalità cardiaca e respiratoria".

Non sono ancora disponibili  risultati degli esami autoptici affidati all'istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, su incarico della Provincia Autonoma di Trento, e all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana, su incarico della Procura di Trento. A riferirlo in Commissione Ambiente è stato il Sottosegretario Barbara Degani, rispondendo a due interrogazioni parlamentari  (una prima a firma dell'On Oliverio e una seconda a firma dell'on Gagnarli sul caso Daniza.

Nella sua risposta, la rappresentante del Governo e del Ministero dell'Ambiente delinea la dinamica degli eventi.

Le operazioni di cattura - Il Sottosegretario riferisce che si sono svolte avvalendosi della tecnica del free ranging (tiro all'animale libero), attendendo l'orsa in corrispondenza di una carcassa di pecora da essa stessa predata la notte precedente. La squadra di cattura era formata da 4 operatori e dal veterinario. L'orsa è giunta sulla carcassa assieme ai due cuccioli alle ore 19:25, e quindi colpito con il narcotico, da 5 metri di distanza, nella coscia destra. Il peso dell'orsa, all'atto della preparazione del narcotico veniva stimato in circa 80 kg.

L'anestetico- La preparazione dell'anestetico è stata effettuata secondo quanto indicato nel protocollo adottato abitualmente dagli operatori dell'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento, per quanto concerne il supporto veterinario alle operazioni di cattura. Nella fattispecie, poiché il peso stimato era inferiore ai 100 kg, è stato possibile fare riferimento all'opzione anestesiologica che prevede l'utilizzo della medetomidina in associazione a tiletamina/zolazepam. In considerazione dell'età dell'animale si è ritenuto opportuno ridurre il dosaggio di circa il 15 per cento in modo che la dose di farmaco effettivamente somministrata è stata pari a quella prevista, secondo il protocollo, per un animale di circa 70 kg, a fronte di un peso effettivo successivamente registrato pari a 106 kg. Di fatto all'animale sono stati somministrati 1,75 mg di medetomidina e 315 mg dell'associazione tiletamina/zolazepam.

Il decesso- "La ricerca dell'animale è iniziata dopo 10 minuti dalla inoculazione del narcotico, così come prescritto dal protocollo. Una volta raggiunto si è atteso ancora qualche minuto che il narcotico facesse effetto. Non appena l'animale si presentava pressoché immobile, il veterinario intraprendeva, come da prassi, le prime valutazioni circa le sue condizioni di salute, e già da subito risultava evidente una grave compromissione della funzionalità cardiaca e respiratoria. Venivano, allora, intraprese le opportune procedure meccaniche di rianimazione cardiopolmonare, ma dopo circa 10 minuti di tentativi il veterinario dichiarava il decesso dell'animale".

Ci sono stati errori? - "Per comprendere se vi siano stati errori nelle azioni messe in atto dagli operatori incaricati dalla Provincia di Trento per la cattura dell'orsa Daniza, ovvero si sia trattato di una tragica fatalità, sarà necessario attendere i risultati della perizia disposta dalla competente Procura, che ha aperto un fascicolo per l'ipotesi di reato di maltrattamento nei confronti dell'orsa e dei suoi cuccioli, conseguente alla denuncia presentata dal Corpo Forestale dello Stato". Questo passaggio è stato svolto dal Sottosegretario Barbara Degani rispondendo ad una terza interrogazione, sempre a firma dell'On Gagnarli, finalizzata a fare luce sulla captivazione permanente degli orsi problematici.

Le ragioni della cattura- "La stessa orsa era già stata oggetto in Trentino di tre catture, nel 2007, 2011 e 2013; la prima volta in free ranging, le altre due con trappola tubo alla quale era seguita, ovviamente, la narcosi. Riguardo i presupposti dell'ordinanza contingibile e urgente adottata dalla Provincia Autonoma di Trento, è importante sottolineare che tale strumento eccezionale e derogatorio era già stato adottato in precedenza, più in particolare con riferimento a un'orsa che non aveva aggredito esseri umani, ma solo predato bestiame. In tale occasione il Ministero dell'ambiente aveva presentato ricorso al TAR e, successivamente, al Consiglio di Stato, ma in entrambi i casi era stata riconosciuta la legittimità dell'ordinanza, sì da ritenere, allo stato, assolutamente legittimo l'atto adottato dalla Provincia nel caso dell'orsa Daniza.
Prima di giungere a tale determinazione, la Provincia ha riferito che la Struttura Tecnica che segue la popolazione di orsi ha adottato, nel corso degli anni, tutte le azioni previste dal «Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali», più semplicemente PACOBACE, per cercare di condizionare Daniza, quali: intensificazione del monitoraggio, tre catture con rilascio per il radiomarcaggio, ventisei uscite della squadra di emergenza negli anni dal 2007 al 2013.
Tali misure sono state adottate in ragione del carattere dell'orsa, confidente verso l'uomo, che l'ha portata a compiere dei danni vicino ad abitazioni. Secondo la Provincia, tali attività hanno manifestato una potenziale pericolosità del soggetto, cosa che ha comportato la necessità di un monitoraggio intensivo e di ripetuti interventi di dissuasione. In particolare, l'orsa ha effettuato due falsi attacchi, senza conseguenze, dovuti all'avvicinarsi di alcune persone a piccoli di precedenti cucciolate il 13 maggio 2008 e il 24 maggio 2012. L'aggressione e il ferimento di un uomo lo scorso 15 agosto ha indotto, da ultimo, all'adozione dell'ordinanza finalizzata alla cattura dell'orsa".

La scelta di lasciare i cuccioli in libertà- "Le qualificate valutazioni svolte da ISPRA sull'argomento, con le quali veniva testimoniato che i dati scientifici a disposizione evidenziavano che i cuccioli di orso bruno che perdono la madre nella stagione estiva presentano in genere buone probabilità di sopravvivenza nel medio e lungo periodo, hanno confortato la Provincia nel dare senz'altro attuazione alla propria ordinanza, nella considerazione che il rischio nei confronti dei cuccioli dell'orsa rientrasse in parametri di relativa sicurezza, nonostante la diversa posizione espressa dal Corpo Forestale dello Stato.
Mantenere i due cuccioli in regime di libertà, anche in caso di captivazione della madre, era stata una scelta motivata sia dall'importanza di non sottrarre altri due esemplari dal nucleo di orsi trentini, sia dalla volontà di evitare loro un futuro in cattività, in quanto è cosa nota, in particolare ai tecnici e agli operatori del settore, che esemplari di orso bruno sottoposti a captivazione prolungata difficilmente possono essere reintrodotti nell'ambiente naturale a causa delle modificazioni comportamentali che la fase di cattività determina in questa specie.
La scelta di lasciarli in libertà, seppure attentamente monitorati al fine di assicurare la tempestiva registrazione di eventuali comportamenti anomali o di condizioni di denutrizione e/o mancato benessere, è stato quindi frutto di una attenta valutazione di tutta la letteratura scientifica esistente sull'argomento, che ha trovato, peraltro, ampio supporto da parte dei numerosi esperti internazionali interpellati per l'occasione da ISPRA".

L'attuale condizione dei due cuccioli- "Uno di essi era stato radiomarcato subito dopo la cattura della madre. Per diversi giorni i due cuccioli si sono mossi insieme in aree già precedentemente frequentate, allo stato attuale risulta che si siano separati, anche se i tecnici ipotizzano un nuovo ricongiungimento. A fine ottobre il cucciolo radiomarcato ha perso il dispositivo. Una valutazione svolta congiuntamente dalla Provincia Autonoma di Trento, ISPRA e il Corpo Forestale dello Stato, sentiti anche esperti internazionali, ha fatto ritenere opportuno non procedere ad una nuova cattura per apporre strumenti di radiomarcaggio. E ciò sulla base di una valutazione complessiva dei rischi derivanti dall'operazione, che ha tenuto conto della possibilità di comunque monitorare i cuccioli attraverso forme meno intensive – quali foto trappole, avvistamenti e altro – a fine di assicurare la tempestiva registrazione di eventuali comportamenti anomali o di condizioni di denutrizione, nonché in ragione dell'attuale stato di salute dei cuccioli, che attualmente pesano intorno ai 40 kg, che non fanno ritenere opportuni, in questa fase, ulteriori interventi diretti su di essi.
Il monitoraggio continuativo dei due cuccioli sul campo, infatti, ha consentito di accertare che essi si muovono in modo indipendente e hanno adottato comportamenti confortanti: gli animali hanno dimostrato elusività nei confronti dell'uomo e delle sue attività, buona capacità di recuperare alimenti dall'ambiente naturale e utilizzano in modo completo l'areale a loro noto frequentando entrambi i versanti della Val Rendena.
Il monitoraggio a regime viene condotto in maniera comunque intensiva (alcune ore al mattino e alcune ore la sera) avvalendosi del personale più esperto. Tutte le localizzazioni vengono trasferite in mappa per garantire un quadro completo ed aggiornato sugli spostamenti dei cuccioli".

Alimentazione e sicurezza- "Era stato messo a disposizione degli orsetti un supporto alimentare solo nelle primissime fasi successive alla perdita della madre (4-5 giorni), nelle vicinanze del sito di cattura. Da quando i cuccioli hanno cominciato a spostarsi non è stato più necessario, né opportuno, fornire loro altro cibo. La dieta attuale è principalmente vegetale.
Poiché i cuccioli si spostano lungo i percorsi insegnati dalla madre, per ridurre i rischi di investimento da parte di autoveicoli, è stata collocata della segnaletica stradale luminosa in corrispondenza di diversi tratti stradali posti sull'asse Tione-Madonna di Campiglio, noti per i numerosi attraversamenti di Daniza registrati negli anni passati.
Inoltre, sono state all'uopo predisposte apposite linee guida per la gestione dei cuccioli di orso privi di madre, elaborate dal Servizio Foreste e Fauna anche con il concorso di alcuni tra i massimi esperti europei nella gestione dell'orso, che potranno rappresentare, in prospettiva, un documento di indirizzo gestionale utile anche per altri casi analoghi che dovessero presentarsi".