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CAVALLO DA REDDITOMETRO? IL FISCO LO DIMOSTRI

CAVALLO DA REDDITOMETRO? IL FISCO LO DIMOSTRI
E' arrivato in questi giorni l'avviso di accertamento al proprietario astigiano di due cavalle da compagnia, sanzionate dal Fisco per 26 mila euro. In base al redditometro, gli animali in questione sono "da corsa o da equitazione". Ma è tutto da dimostrare e l'Agenzia delle Entrate non si direbbe in grado di farlo. D.G., proprietario piemontese, dovrà pagare 26.000 euro al Fisco per due cavalle considerate indicatori di maggior reddito. Maloua e Dynastia non sono da corsa e non sono da equitazione, vivono nel giardino del suo proprietario come animali d'affezione e sono state dichiarate non destinate alla macellazione. Ma per l'Agenzia delle Entrate ha inviato l'annunciato avviso di accertamento al loro proprietario per gli anni 2007 e 2008, per una sanzione complessiva di 26 mila euro.

Il D.M. 10 settembre 1992 non definisce le attività "da corsa e da equitazione" e l'Agenzia delle Entrate vi ricomprende, arbitrariamente, anche cavalli che non fanno gare e non partecipazioni a manifestazioni sportive. I consulenti fiscali dell'ANMVI, che seguono il caso, ritengono che il proprietario possa inoltrare una istanza di autotutela alle Entrate in ragione del fatto che i cavalli non hanno mai svolto attività sportiva di alcun genere.

In assenza di risposta da parte dell'Ufficio, previa presentazione di un accertamento con adesione, il proprietario potrà usufruire di altri 90 giorni prima di proporre il ricorso alla Commissione tributaria provinciale insistendo che il termine equitazione indica un'attività sportiva che nel caso specifico non è stata mai svolta dai due cavalli.

Secondo i consulenti dell'ANMVI dovrà poi essere l'Ufficio a dimostrare che i cavalli sono da equitazione, intendendosi per tale un'attività sportiva, indice di quel tenore di vita e di reddito che il Fisco va accertando.