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EQUINI, REDDITOMETRO E SCORRETTEZZE

EQUINI, REDDITOMETRO E SCORRETTEZZE
D.G., proprietario piemontese, dovrà pagare 26.000 euro al Fisco per due cavalle considerate indicatori di maggior reddito. Maloua e Dynastia non sono da corsa e non sono da equitazione, ma vivono nel giardino del suo proprietario come animali d'affezione. L'ANMVI scrive all'Agenzia delle Entrate chiedendo garanzie di corretta applicazione del vecchio redditometro e l'esclusione del cavallo dal nuovo.

D.G., proprietario piemontese, dovrà pagare 26.000 euro al Fisco per due cavalle considerate indicatori di maggior reddito. Maloua e Dynastia (nella foto) non sono da corsa e non sono da equitazione, ma vivono nel giardino del suo proprietario come animali d'affezione, dichiarate non destinate alla macellazione.

Il caso è di quelli esemplari per mostrare l'iniquità del redditometro applicato ai possessori di cavalli. L'ANMVI, interessati i propri consulenti, scrive all'Agenzia delle Entrate chiedendo garanzie di corretta applicazione del vecchio redditometro e l'esclusione del cavallo dal nuovo.

A settembre del 2010, il signor D.G. trova nella buca delle lettere una convocazione dell'Agenzia delle Entrate. Gli uffici diranno che in base a quanto stabilito dal redditometro, negli anni 2007 e 2008, D.G. avrebbe dovuto dichiarare un reddito di circa 55.000 euro (circa 27.000 euro per anno) per potersi permettere il mantenimento in proprio di due cavalli ascrivibili, in base a quanto previsto dal redditometro, alla categoria "cavalli da equitazione". Per il Fisco, D.G. deve pagare 26.000 euro. Una sanzione destinata a riproporsi perché il redditometro non prevede nemmeno la possibilità di sanare le posizioni, fra un anno le cavalle e il reddito del signor D.G. saranno di nuovo esposti alla medesima contestazione.

D.G. dal 2007 percepisce uno stipendio da lavoro dipendente di 1.600 al mese, dopo anni di contratti a termine. Padre meccanico e madre casalinga, non proviene nemmeno da una famiglia ricca. "Nel 2007 e nel 2008 - spiega D.G.- dichiarai circa 22.000 euro di reddito all'anno: sono sempre stato un dipendente e quello era, ed è tutt'ora, il mio reddito, il mio unico reddito!".

Mantenere le cavalle? "Molti miei coetanei decisero di comprare e mantenere la moto, piuttosto che l'auto- dichiara - Io decisi per i miei due cavalli". Ma soprattutto, le cavalle non sono né da corsa né da equitazione come previsto dalla normativa sul redditometro, non sono fonte di entrate e non richiedono spese di mantenimento al di sopra delle possibilità del suo proprietario. Spiegazioni alle quali è rimasto sordo il Fisco, sulla base di un meccanismo di verifica della capacità contributiva che mette il cavallo sullo stesso piano degli aeromobili e delle piscine, che attinge ai dati dell'UNIRE come fossero a tutti gli effetti elenchi fiscali, che equipara i cavalli come Maloua ai cavalli da gran premio.

Di questo passo il rischio, già lamentato da ANMVI e SIVE è che l'identificazione del cavallo sia scoraggiata, le sanzioni rendano economicamente insostenibile il mantenimento degli equidi da compagnia, ma più in generale che le attività di allevamento, riproduzione e tutto l'indotto accusino una paralisi o siano, come già accade, trasferite all'estero, con buona pace delle iniziative per l'incremento ippico e di tutela dei cavalli nel nostro Paese.

SIVE: VIA IL CAVALLO DAL NUOVO REDDITOMETRO