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«Abbiamo inviato una direttiva alle Regioni impostata sul concetto che i sanitari possono svolgere la libera attività professionale, ma se il medico è un dipendente dell'ospedale deve prima garantire non tanto le ore, difficili da controllare, ma un certo numero di prestazioni fatte nelle ore istituzionali».
Lo ha detto, a Potenza, il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, durante l'incontro conclusivo degli Stati generali della Sanità, organizzati dalla Regione Basilicata per preparare il Piano regionale della Salute.
L'Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province di Trento e Bolzano concernente l'attività libero-professionale dei dirigenti medici, sanitari e veterinari del Servizio sanitario nazionale è stato pubblicato ieri dal sito istituzionale della Conferenza Stato Regioni.
Il documento finale è stato modificato rispetto alla bozza iniziale proposta dal Ministero della Salute dalla Regione Veneto, Coordinatrice interregionale in sanità, che ha inviato una nuova versione dello schema di Accordo concordata con i Ministeri interessati. Durante la seduta di approvazione in Conferenza Stato Regioni, il rappresentante del Ministero dell'economia e delle finanze richiesto una modifica all'articolo 2, comma 1, lettera c, facendo eliminare le parole " anche con modalità di remunerazione diversa da quelle orarie".
I piani di attività della programmazione regionale e aziendale prevedono: (...) "La definizione delle prestazioni aggiuntive di cui all'articolo 55, comma 2, del CCNL 8 giugno 2000 e successive integrazioni ai fini del progressivo conseguimento degli obiettivi di allineamento dei tempi di erogazione delle prestazioni nell'ambito dell'attività istituzionale ai tempi medi di quelle rese in regime di libera professione intramoenia".