• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31292

ANIMALI E NEGOZI: INDAGINE AISAD CONFESERCENTI

ANIMALI E NEGOZI: INDAGINE  AISAD CONFESERCENTI
Una famiglia su tre possiede uno o più cani, la stessa percentuale ha in casa uno o più gatti, il 19% ha un acquario, l'11% ha uno o più volatili, il 10% possiede piccoli animali. Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca sui canali di acquisto degli animali da compagnia presentata ieri nel corso del convegno organizzato da AISAD-Confesercenti. Per l'ANMVI è intervenuto il Vice Presidente Marco Melosi.

Nelle case italiane gli animali da compagnia non sono una presenza rara. Una famiglia su tre possiede uno o più cani, la stessa percentuale ha in casa uno o più gatti, il 19% ha un acquario, l'11% ha uno o più volatili, il 10% possiede piccoli animali. Ma da dove vengono questi animali, quali sono i canali distributivi più utilizzati e più affidabili? E cosa prevede la normativa per garantire la tutela degli animali venduti ed evitare spiacevoli sorprese agli acquirenti?

A queste domande ha cercato di rispondere AISAD-Confesercenti nel corso del Convegno nazionale che si è tenuto ieri a Roma dove è stata presentata la ricerca realizzata dalla SWG di Trieste su "Canali e modalità d'acquisto degli animali domestici da compagnia".

Per l'ANMVI è intervenuto Marco Melosi, Vice Presidente dell'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. "Il tema della compravendita degli animali da compagnia - afferma Marco Melosi - è un tema attuale e di grande rilevanza sociale. Tante le figure coinvolte nella filiera. La stretta collaborazione tra tutte queste figure, è conditio si ne qua non per ottenere la necessaria trasparenza e tracciabilità".

Sul tema della compravendita concordiamo con quanto indicato nell'indagine a questo proposito. In questo contesto è chiaro che l'acquisto dell'animale da compagnia, e segnatamente l'acquisto del cane, non può che avvenire attraverso un canale che consenta comunque di stabilire una relazione con l'animale prima di acquistarlo: in un certo senso a chi compra deve rimanere la sensazione dell'adozione, anche se a fronte di un corrispettivo in denaro.

Sulla cessione degli animali dagli allevatori ai proprietari o dai negozianti ai proprietari Melosi auspica "contratti di vendita sempre chiari che tutelino il venditore, l'acquirente e tutelino l'animale dai problemi derivanti da eventuali malattie genetiche o infettive difficilmente evidenziabili al memento della cessione anche dal più attento degli allevatori ed dal più scrupoloso dei negozianti. Alcuni cuccioli infatti sono portatori di patologie genetiche difficilmente riconoscibili nei primi due mesi di vita e talvolta impossibili da prevenire in modo assoluto anche dal più rigoroso degli allevatori; altri possono incubare malattie infettive spesso mortali; il rischio è alto, specie la dove ci sono molti passaggi attraverso allevatori commercianti e distributori. Il Medico Veterinario si trova allora nella difficile situazione di dover gestire patologie gravi in concomitanza di contenziosi legali tra allevatore e proprietario, talvolta accusato di favorire l'uno o l'altro. Di chi è la responsabilità? Dell'allevatore? Del trasportatore? Del negoziante? Del proprietario? O del Medico Veterinario, accusato spesso di non fare abbastanza? Un compito importante spetta a NAS e NIRDA, come garanti della legalità. Queste figure - conclude il vice Presidente ANMVI - devono poter collaborare con allevatori, commercianti e Veterinari e non devono essere viste come da alcuni, potenziali pericoli: se ognuno fa bene il proprio lavoro, il loro controllo è un marchio di qualità".

Il testo integrale dell'intervento di Marco Melosi sarà pubblicato sul n.41 del settimanale "La Professione Veterinaria".