• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31396

+++ Le pubblicazioni riprenderanno con regolarità dopo la pausa estiva +++  

CONSIDERAZIONI SUL FARMACO VETERINARIO

CONSIDERAZIONI SUL FARMACO VETERINARIO
"Come medici veterinari dobbiamo avere un nostro farmaco". Intervento di Carlo Scotti (ANMVI) sulle iniziative in corso per portare il medico veterinario "al centro del sistema". Da Roberto Villa una introduzione scientifica all'uso del medicinale veterinario. Video.

Il video "Considerazioni sul farmaco veterinario", on line sulla piattaforma di EV-Videoconferenze, riproduce gli interventi di Carlo Scotti (ANMVI) e di Roberto Villa (Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano) al 67° congresso SCIVAC (Arezzo, 15 ottobre 2010): riflessioni sul significato professionale dell'impiego del farmaco e basi scientifiche per l'uso del medicinale veterinario.


Palpabile l'interesse delle sala per le argomentazioni sviluppate dai relatori, dopo il fermento degli ultimi mesi attorno alle problematiche del farmaco veterinario e a polemiche non sempre sostenute da una effettiva cognizione di causa. "Abbiamo in mente una cosa- ha esordito Scotti- come medici veterinari dobbiamo avere un nostro farmaco". Dopo la doverosa attenzione alla salute ed al benessere degli animali questo è il primo obiettivo delle attività condotte dall'ANMVI, all'interno e all'esterno della categoria, nei rapporti con l'Industria e con il Ministero.


La consultazione avviata tramite questionario si chiuderà il 31 ottobre e gli elevati numeri della partecipazione consentiranno di trarre conclusioni certamente rappresentative del punto di vista dei medici veterinari che fanno clinica degli animali da compagnia.


Quello che il medico veterinario deve ritagliarsi è "un ruolo diverso nella società e nell'economia", deve porsi "al centro del sistema", anche grazie ad un farmaco "fatto, pensato e costruito" per il medico veterinario e il paziente animale. La sua dispensazione diretta, introdotta nel nostro ordinamento nel 2003 dal "decreto Vezzoni", consolidata poi nel Codice del Farmaco Veterinario (Dl.vo 193/2006) è una opportunità di controllo della terapia, che ha il vantaggio dell'immediatezza terapeutica e della certezza della somministrazione del farmaco indicato, anche rispetto alle esigenze di compliance. E' solo l'incentivazione dell'utilizzo, anche tramite la dispensazione che può innescare un processo virtuoso in termini di riduzione dei costi e sviluppo di nuovi prodotti.


"Abbiamo un prontuario che sta crescendo, ma non ancora in modo soddisfacente- ha aggiunto Scotti- l'uso in deroga è una possibilità legata ad esigenze specifiche, ma non può diventare un uso improprio altrimenti si favorisce un pericoloso concetto di automedicazione, che non fa bene al controllo medico veterinario sulla terapia, e una indebita sostituzione in farmacia di un medicinale dedicato con uno non dedicato".


Sul punto è recentemente intervenuta la Cassazione con una sentenza che ha ribadito la superiorità della competenza medico-veterinaria sull'atto di vendita in farmacia entrando nel merito del medicinale veterinario, il suo dosaggio e la sua destinazione di specie.


Dei "rischi"connessi all'uso in deroga ha parlato Roberto Villa, nel suo intervento sulla correttezza terapeutica in cui ha evidenziato le basi scientifiche dell'uso del farmaco veterinario, i rischi connessi all'impiego "empirico" di un farmaco studiato per l'uomo e le possibilità di sviluppo del farmaco veterinario. Villa ha fatto un richiamo ai risvolti economici del farmaco e alla "tentazione" di ricorrere all'uso in deroga pensando di rendere un servizio al cliente-proprietario, ma l'uso in deroga "prevede rigide norme di applicazione, tra le quali il risparmio economico non è compreso".
Infatti, "utilizzare un farmaco non sperimentalmente studiato per la specie interessata può comportare delle variazioni sia cinetiche che dinamiche, basate sulle differenze legate alla formulazione e alle caratteristiche anatomiche, fisiologiche e biochimiche dell'animale".


Villa ha concluso con l'invito a fare farmacosorveglianza, invitando a servirsi della scheda di segnalazione messa a disposizione dal Ministero della Salute.


La farmacovigilanza è uno dei temi affrontati dal questionario dell'ANMVI e che sta rivelando una crescente consapevolezza da parte della Categoria, pur ravvisando esigenze di semplificazione del sistema.


L'obbligo di segnalazione riguarda anche l'uso in deroga e non è da intendersi come un adempimento burocratico, ma l'unico canale efficace se costantemente usato per far circolare informazioni utili ai colleghi e ai fini delle modifiche dei medicinali . La farmacovigilanza "non deve essere rivolta solo agli eventi di reazione avversa legati all'intolleranza clinica, ma a tutti i punti considerati dalla legge": intolleranza clinica, assenza di efficacia attesa, reazioni nell'uomo, sorveglianza epidemiologica di resistenza, potenziali problemi ambientali (principalmente per gli animali da reddito), violazione dei limiti massimi residuali (solo per gli animali da reddito), utilizzo non specificato del farmaco (uso in deroga).

Le relazioni saranno pubblicate su Professione Veterinaria 35/2010.
Sull'importanza dell'uso del famraco veterinario è già stata pubblicata una ricerca a cura del Prof. Villa su Professione Veterinaria n.9/2010.